La vulvodinia: "malattia invisibile" di cui soffre anche la fidanzata di Damiano dei Maneskin

Giorgia Soleri ha deciso di raccontare sui social la sua condizione. Si tratta di un malattia che colpisce una donna su sette, soprattutto in età fertile. La diagnosi della malattia la si può fare attraverso uno "swab test".

La vulvodinia: "malattia invisibile" di cui soffre anche la fidanzata di Damiano dei Maneskin

Si chiama vulvodinia: questa è la “malattia invisibile” di cui soffrirebbe almeno una donna su sette in età fertile. A raccontare l’esperienza con questa patologia è stata nelle scorse ore la fidanzata di Damiano David, cantante dei Maneskin. Giorgia Soleri, questo il nome della ragazza, prossima ormai ai 25 anni, su Instagram ha deciso di raccontare la sua condizione. “Mi chiamo Giorgia, ho 24 anni (tra poche settimane 25) e ho una disabilità dinamica. Ciò significa che a seconda del periodo, muta la mia condizione, la mia capacità di integrarmi con l’ambiente e miei bisogni. Non si direbbe vero? Questo perché il dolore cronico è invisibile” – così comincia il suo post Giorgia. 

La Soleri ha deciso di raccontare la sua storia dopo che il suo dolore è stato messo in dubbio. La giovane ha raccontato di essersi sottoposta a numerosi esami specialistici, anche molto invasivi, e i dottori l’avrebbero sempre data in perfetta salute. Cosi non era, in quanto la Soleri, almeno da quanto si apprende dal suo racconto, stava sempre peggio. “Alla ricerca di una soluzione e una diagnosi mi sono sentita dire di tutto dal personale sanitario che ho incontrato” – così ha detto Giorgia, che racconta di essere stata anche presa per “pazza” o “esagerata”

Che cos’è la vulvodinia

Questa patologia può essere di due tipologie: spontanea o provocata. Nel primo caso il malessere viene avvertito in assenza di stimolazione clitoridea, mentre nel secondo caso essa può essere generalizzata quando interessa tutta l’area vulvare. Può essere anche localizzata se il dolore si concentra su un punto preciso dell’organo. 

I sintomi della vulvodinia furono descritti per la prima volta verso la fine degli anni ’80 del 1900 dal dottor Friedrich e includono arossamento, bruciore, secchezza e gonfiore. Per diagnosticare questa malattia c’è bisogno di effettuare uno “swab test”. Con quest’operazione il medico esercita una leggera pressione in alcuni punti della zona vestibolare tramite un cotton fioc. Questa pressione dal paziente affetto da vulvodinia viene percepita con il dolore. 

Per curare questa patologia possono essere somministrati farmaci antidolorifici o creme ad azione anestetica locale. Giorgia Soleri a settembre scorso ha ricevuto la diagnosi, che ha confermato di come ella soffrisse appunto di vulvodinia. Al momento sulla malattia in questione verrebbe fatta poca ricerca, e non sarebbe riconosciuta neanche dallo Stato e dal Servizio Sanitario Nazionale. “Ci siamo stancate di dover dimostrare costantemente quanto sia invalidante soffrire di una malattia uroginecologia e sessuale in una società dove il nostro piacere è un optional e la nostra salute un’opinione su cui essere o meno d’accordo” – queste sono le parole della Soleri, che si augura che da ora in poi le autorità sanitarie si prendano cura dei bisogni di tutte le donne che soffrono di vulvodinia. 

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