Un nuovo studio ha dimostrato che la tirzepatide, un farmaco dimagrante considerato tra i più efficaci, dà risultati migliori nelle donne rispetto agli uomini. In altre parole, le donne trattate con questo principio attivo hanno perso una percentuale significativamente maggiore del loro peso corporeo rispetto agli uomini. Secondo i ricercatori, infatti, le donne hanno perso fino al 27,6% del peso corporeo rispetto a coloro che hanno ricevuto il placebo, mentre negli uomini la perdita massima registrata è stata del 18,9%, comunque un risultato molto significativo. Questo divario tra i due generi ha sorpreso gli scienziati, anche se al momento non è chiaro quale sia la causa esatta di questa differenza.
Si ipotizza che possa essere legata al meccanismo d’azione del farmaco, che imita gli ormoni rilasciati dall’organismo dopo l’assunzione di cibo, influenzando il senso di sazietà e la regolazione del glucosio. A dimostrare l’efficacia differente della tirzepatide tra donne e uomini è stato un team di ricerca statunitense, coordinato dal dottor Luis-Emilio García, che ha collaborato con la Eli Lilly and Company, l’azienda farmaceutica che produce il farmaco commercializzato col nome di Zepbound. I risultati sono frutto di un’analisi statistica dei dati raccolti durante quattro studi clinici di Fase 3, chiamati SURMOUNT, condotti su circa 4.700 volontari seguiti per un periodo massimo di 88 settimane (poco più di un anno e mezzo).
Nei vari trial, il BMI (indice di massa corporea) medio delle donne spaziava da 30,1 a 38,2 kg/m², mentre quello degli uomini da 31,4 a 37,6 kg/m². Anche il peso medio variava: da 79,6 a 99,8 kg per le donne e da 98,6 a 115,2 kg per gli uomini. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha ricevuto 5, 10 o 15 milligrammi di tirzepatide tramite iniezione settimanale, mentre l’altro un placebo con lo stesso dosaggio. Al termine del periodo di studio, l’analisi ha evidenziato che la perdita di peso media nelle donne si attestava tra l’11,5% e il 27,6%, mentre negli uomini tra l’8,8% e il 18,9%. Si tratta di una differenza sostanziale, che equivale a decine di chilogrammi eliminati, specialmente con i dosaggi più elevati. Anche se i benefici del farmaco sono stati riscontrati in entrambi i sessi, il dottor García ha sottolineato l’importanza di ulteriori ricerche per capire meglio il motivo per cui le donne sembrano trarre vantaggi maggiori dalla tirzepatide. “Questa analisi post hoc mette in luce i benefici costanti della tirzepatide sia per le donne che per gli uomini, ma sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere il meccanismo alla base di queste differenze“, ha dichiarato lo scienziato.
Il motivo per cui la tirzepatide è così efficace risiede nel suo doppio meccanismo d’azione, come spiegato dalla professoressa Annalisa Capuano, farmacologo clinico dell’Università della Campania. Il farmaco imita due ormoni incretinici, il **GLP-1 (Glucagon-like Peptide 1) e il GIP (Glucose-dependent Insulinotropic Polypeptide), che regolano il senso di sazietà e la produzione di insulina dopo un pasto. A differenza degli ormoni naturali, la tirzepatide ha una degradazione molto più lenta, rallentando anche lo svuotamento gastrico e prolungando la sensazione di sazietà, con un effetto anoressizzante. Questo farmaco era stato originariamente progettato per trattare il diabete di tipo 2, grazie alla sua capacità di regolare i livelli di glucosio nel sangue.
Tuttavia, i ricercatori hanno presto scoperto il suo notevole effetto dimagrante. Recenti studi hanno anche dimostrato che la tirzepatide è in grado di ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 94% e di diminuire il peso corporeo del 22,9% in media. Tuttavia, il farmaco non è indicato per tutti: viene prescritto principalmente a persone obese con un BMI di almeno 30 kg/m² o in sovrappeso con un BMI di 27 kg/m² e patologie correlate.I dettagli dello studio, intitolato “Body weight reduction with tirzepatide by sex: a subgroup analysis of the SURMOUNT clinical trials”, sono stati presentati al congresso annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD).