Il 18 dicembre 2024, la Russia ha rivelato di aver sviluppato un vaccino rivoluzionario contro il cancr*, suscitando grande interesse e curiosità a livello internazionale. Secondo le autorità russe, il vaccino, basato sulla tecnologia mRNA, sarà distribuito gratuitamente a partire dall’inizio del 2025. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale, la mancanza di studi clinici pubblici solleva dubbi sulla reale efficacia e sicurezza del trattamento.
L’annuncio è stato fatto dal capo del Centro di ricerca medica in radiologia del Ministero della sanità russo, Andrey Kaprin, il quale ha spiegato che il vaccino mRNA utilizza le cellule tumorali del paziente per allenare il sistema immunitario, in modo da identificare e distruggere le cellule cancerose. Questa personalizzazione è un aspetto innovativo del progetto, che ha coinvolto l’uso di intelligenza artificiale per accelerare la creazione di vaccini su misura.
Il direttore del Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica di Gamelaya, Alexander Gintsburg, ha sottolineato come l’uso delle reti neurali permetta di ridurre significativamente i tempi di sviluppo, con il processo che potrebbe essere completato in un’ora. Questo approccio, se confermato, potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro il cancr*, rendendo il trattamento più rapido e mirato.
Nonostante le dichiarazioni entusiaste delle autorità russe, l’annuncio è stato accolto con cautela dalla comunità scientifica internazionale. Al momento, non esistono studi clinici pubblicati che ne confermino l’efficacia. Non sono stati resi noti i risultati degli studi preliminari, né tantomeno i dettagli sul tipo di cancr* per il quale il vaccino potrebbe essere utile. Inoltre, non sono stati forniti dati sugli effetti collaterali potenziali, un aspetto cruciale in qualsiasi nuovo trattamento medico.
La mancanza di trasparenza solleva interrogativi sulla sicurezza e sull’affidabilità del vaccino, suscitando il timore che il governo russo stia cercando di ottenere una sorta di vantaggio geopolitico, utilizzando un’innovazione promettente senza una solida base scientifica a supporto. Il caso del vaccino contro il cancr* ricorda da vicino quanto accaduto con lo Sputnik V, il vaccino russo contro il Covid-19, che fu approvato e distribuito prima che gli studi di fase 3 fossero completati. La decisione di approvare lo Sputnik V prima dei test finali suscitò dubbi nella comunità scientifica internazionale, portando a resistenze sia in Russia che all’estero.
In effetti, la fretta con cui il vaccino fu approvato e distribuito senza dati sufficienti causò scetticismo tra la popolazione russa, che mostrò una certa riluttanza a vaccinarsi. A livello globale, anche alcuni paesi rifiutarono di importarlo a causa della mancanza di evidenze scientifiche affidabili.