Il Forum Dieta Mediterranea di Imperia è quest’anno ospite di Expo Milano 2015; infatti l’assessore ligure allo Sviluppo Economico, Edoardo Rixi, vi ha partecipato con grande entusiasmo e orgoglio.
Expo è stato scelto non a caso come teatro dell’evento dal momento che da lunedì scorso fino a domenica 20 Settembre proprio all’Expo sono previsti eventi, show cooking, ospiti, convegni, proiezioni, presentazioni aventi come protagonista indiscussa la Dieta Mediterranea, senza dubbio la migliore esistente oggi al mondo, che dal 2010 è anche patrimonio immateriale dell’umanità secondo l’Unesco.
Per l’occasione, tra gli ospiti figura il famoso chef Alfonso Iaccarino. L’obiettivo di questa settimana è principalmente quello di pensare la dieta mediterranea, condivisa da diversi Paesi, perlopiù europei, come un qualcosa che unisce i diversi popoli, andando oltre le barriere, le disuguaglianze e i conflitti politici.
La Dieta Mediterranea, ricordiamo, è basata prevalentemente sul consumo di pesce azzurro, olio d’oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure e legumi, e rappresenta un regime alimentare fondamentale per la salute di tutti, specie se unita alla giusta quantità di attività fisica.
Relativamente a questa settimana dedicata alla dieta mediterranea, il vice ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, ha dichiarato: “Ci adopereremo in modo costante affinché, in continuità con l’Expo milanese, possa proseguire il modello educativo della dieta mediterranea nelle scuole, in considerazione non soltanto della sua valenza salutistica quanto dell’aspetto di convivialità che riconosce al cibo un valore strategico di socializzazione”.
Tuttavia questo progetto trova davanti a sé delle minacce, come ci racconta proprio Edoardo Rixi: “Purtroppo un esempio di educazione alimentare e di salvaguardia della salute contro tante malattie, rischia di pagare il prezzo di una produzione agroalimentare dell’area mediterranea che non è più in grado di tenere il passo con la crescita delle popolazioni, per questo occorre cambiare le politiche agricole dell’Unione Europea che non tengono conto di questo”.