Molte persone sono abituate a cercare la propria felicità in un luogo estraneo a sé stessi: c’è chi la vede in un altro essere umano, chi nel raggiungimento di un determinato obiettivo di vita, chi nella propria attività lavorativa o nell’appartenenza ad uno specifico contesto sociale. Ma sin troppo spesso, la gente dimentica che la felicità scaturisce in primis da sé stessi.
Solo quando si trovano l’equilibrio e la serenità per stare in pace individualmente, infatti, si può successivamente sperare di creare un contesto di relazioni esterne che possa condurre ad un mantenimento dello stato di felicità che sia duraturo, e non semplicemente temporaneo o imprescindibilmente legato alla presenza di un fattore esterno.
Tuttavia è innegabile che, come scrisse il poeta John Donne, “nessun uomo è un’isola”. E soprattutto, nessuna persona è perfettamente uguale ad un’altra, pertanto ciò che rende felice qualcuno, può risultare completamente indifferente a qualcun altro. Come fare dunque a cercare la formula della felicità? Si tratta di un interrogativo ancestrale, ed innumerevoli poeti, letterati, filosofi, teologi e scienziati, hanno provato a dare la loro risposta nel corso dei millenni.
L’ultimo in ordine di tempo è il professore Paul Dolan, docente presso la London School of Economics, il quale è stato di recente assunto dal governo britannico per comprendere le esigenze dei cittadini, e scoprire come rendere la popolazione più felice. Dolan ha quindi iniziato una lunga ricerca fatta di interviste e questionari, per cercare di trovare un filo conduttore che potesse aiutarlo a stabilire le basi comuni per una sorta di “piccolo compendio della felicità”.
Ecco dunque i consigli che l’esperto ha maturato dopo la serie di ricerche: innanzitutto, prendersi del tempo per ascoltare la propria musica preferita. In secondo luogo, trovare il modo di trascorrere almeno cinque minuti più del solito con le persone che ci piacciono. Terzo, non rimanere segregati in un luogo chiuso, ma trovare il modo per passare un po’ di tempo all’aperto. Quarto consiglio, aiutare qualcuno: può aiutare a sentirsi realizzati ed a stare meglio con sé stessi.
Ultima dritta: fare una nuova esperienza. Trovare nuovi stimoli è infatti fondamentale per non sentirsi imprigionati in una routine che, alla lunga, può deprimere.