L’urina non è sterile. Questo il monito dei medici

Sfatato il mito secondo il quale l'urina è sterile. Alcuni scienziati hanno individuato diversi germi al suo interno. Resta da capire quali sono funzionali e quali no

L’urina non è sterile. Questo il monito dei medici

L ’urina non è sterile. È questo il monito lanciato dai medici e dagli immunologi, che hanno invece affermato che l’urina degli uomini contiene parecchi germi.

A suggello di questa affermazione anche uno studio scientifico condotto dalla Loyola University di Chicago, durante il quale gli scienziati hanno analizzato campioni di urina di 90 donne con vescica iperattiva ed hanno riscontrato la presenza di diversi virus all’interno. “La presenza di determinati batteri nelle donne con Oab causa i sintomi della patologia. Saranno però necessarie ulteriori ricerche per capire se questi batteri sono clinicamente rilevanti per le milioni di donne che soffrono di Oab”, ha dichiarato Evann Hilt, coordinatore del team di ricerca, che ha eseguito i test. Il team di ricercatori, inoltre, ha riscontrato che le differenze nei batteri della vescica potrebbero essere il motivo per il quale alcune donne rispondono alla terapia farmacologica ed altre no.

Per anni i medici hanno ritenuto che l’ urina fosse prima di germi e quindi sterile, dal momento che i batteri lì presenti non potevano essere rilevati dalle normali tecniche di coltura utilizzate solitamente. Questi studi, iniziati nel 2012, hanno portato a quest’ultima analisi, tramite la quale i ricercatori sono riusciti a identificare batteri mai isolati all’interno delle urine, che sarebbero tipicamente utilizzate per diagnosticare sindromi del tratto urinario.

Un altro mito sfatato, quindi, quello secondo il quale l’ urina sia sterile, grazie a studi recenti. Lo studio, però, non è ancora stato ultimato e si trova ad uno stadio iniziale, infatti, adesso la sperimentazione andrà avanti per cercare di determinare quali sono con esattezza tutti i batteri presenti all’interno della vescica. Sarà sopratutto importante riuscire a capire quali sono i batteri  che si possono ritenere utili e quelli che invece devono essere catalogati come dannosi.

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