L’amniocentesi si avvia alla pensione grazie alla ricerca italiana

Per le donne in gravidanza, finalmente una buona notizia: basterà solo una goccia di sangue per mandare in pensione l’esame invasivo dell’amniocentesi, utilizzato per ricercare anomalie genetiche sul nascituro

L’amniocentesi si avvia alla pensione grazie alla ricerca italiana

La ricerca italiana è in fase avanzata ma le aspettative sono ottimistiche: probabilmente entro un paio d’anni non sarà più necessario l’esame dell’amniocentesi per verificare se il feto è affetto da anomalie genetiche, come la sindrome di Down o malformazioni cardiache. Oggi per le gravidanze a rischio viene effettuato questo rischioso esame che si realizza con un prelievo di liquido amniotico dall’interno della cavità uterina, prelievo che interessa il feto tra la 16esima e la 18esima settimana di vita. Tra due anni, finalmente, basterà una sola goccia di sangue materno dal quale si analizzano le cellule fetali presenti.

E’ un made in Italy la macchina che rivoluzionerà la vita delle future neo mamme e il suo nome sarà Silicon BioSystems. Il suo ideatore è un giovane bioingegnere pugliese, Gianni Medoro, e la storia del suo intuito è simile a quella di noti scienziati del passato: alla fine degli anni 90, seduto al tavolo di un bar di Bologna, città dove studiava, fece il primo schizzo della macchina su di un foglio. I successivi studi li ha poi svolti insieme ad un collega più grande Nicolò Manaresi.

Da quel periodo parte la sperimentazione con la costruzione di una macchina che ricerca la presenza di una sola cellula tumorale tra l’infinità di cellule che formano un corpo umano, così l’evoluzione che la porta fino ad oggi con il brevetto Silicon Biosystems e il suo acquisto nel settembre del 2013 da parte della nota azienda Menarini.

Sono 30 i dispositivi in funzione sparsi nelle varie strutture cliniche mondiali, 8 di esse sono in Italia e lavoreranno per le fasi finali della sperimentazione, prima che l’esame possa diventare di routine. L’accordo per l’utilizzo in amniocentesi, verrà siglato prossimamente a Singapore tra la Menarini e Sign, rinomato centro di immunologia a Biopolis.

In un mare di buone notizie, non manca la solita nota stonata; mentre orgoglio della nostra nazione sarà anche la guida del gruppo di ricerca, l’immunologa Paola Castagnoli, non si può non segnalare che la prodigiosa scienziata, dopo l’università Bicocca di Milano, si è trasferita a Biopolis per realizzare un laboratorio nuovo di zecca dove, dopo 7 anni dalla sua partenza, lavorano oggi giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo, (si contano 250 scienziati da 25 diversi paesi).

Ancora una volta le nostre menti si formano in Italia ma poi per mettere a frutto le loro capacità devono cercare rifugio in altre nazioni. Intanto entro sei mesi il gruppo mira a mettere in luce il marker che serve per la ricerca in gravidanza e sono ottimisti: “gli italiani hanno la creatività nei geni, e in questo campo, come nella Formula Uno, conta arrivare primi”.

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