Italia, tassa sulle merendine: è giusta o no?

Si chiama Sugar Tax e, secondo gli esperti, potrebbe rivelarsi un vantaggio: dove l'autolimitazione non esiste, una tassa potrebbe limitare i danni dei dolci confezionati.

Italia, tassa sulle merendine: è giusta o no?

La Sugar Tax, oggetto di ironia da parte di molte persone, negli ultimi tempi sta comparendo su molti giornali, anche se non è la prima volta che il Ministro dell’Istruzione Fioramonti ne parla: prima dell’apertura del Consiglio Monti, se n’era già parlato in relazione ai soft drink.

Oltre all’impellente necessità di finanziare le manovre della legge di bilancio, una tassa sugli zuccheri potrebbe andare incontro al bisogno di tutelare la salute, in particolar modo di bambini ed adolescenti. 

Sugar Tax

La Sugar Tax è una tassa già presente in altri Paesi, come il Regno Unito, il Portogallo, la Francia e la Norvegia, che ne è stata pioniera nel 1981. La tassazione, che porterebbe alla riduzione del consumo di dolci confezionati e bibite gassate, è fortemente raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), al fine di prevenire i problemi legati all’aumento eccessivo di peso.

A spiegare questo accanimento verso le merendine confezionate è Antonello Paparella, Professore di Microbiologia Alimentare dell’università di Teramo: tali dolciumi, da un punto di vista dei valori nutrizionali, hanno talmente tante calorie, costituite per lo più da zuccheri e grassi, che potrebbero sostituire un pasto intero. Lo specialista spiega che, a differenza delle prime merendine nate negli anni Sessanta che assomigliavano molto ai dolci casalinghi, quelle di oggi hanno la necessità di mantenersi inalterate per un lungo periodo di tempo; questo bisogno comporta un’allungamento della data di scadenza, che si ottiene solo aggiungendo emulsionanti e conservanti. Inoltre, i grassi tradizionali come burro e olio sono stati sostituiti dall’olio di palma e quello di colza, maggiormente dannosi per la salute.

Al fine di preservare un buono stato di salute, l’OMS raccomanda di non superare il 10% di zuccheri aggiunti nel fabbisogno energetico giornaliero. Paparella spiega: “Molto spesso con una sola merendina farcita (composta da una crema che la ricopre, l’impasto e la crema della farcitura interna) questo valore rischia di essere ampiamente superato. Per questo non basta solamente l’autolimitazione o un’esortazione a una maggiore attenzione verso l’educazione alimentare”.

La tassa, verrebbe applicata anche sui drink e sulle bibite gassate: “Anche per i drink il problema deriva dagli zuccheri e dagli stabilizzanti che si trovano all’interno. Una bibita gassata, inoltre, ha un ph più acido e questo rappresenta un rischio, un’offesa per la mucosa gastrica che si trova a dover tamponare e reagire a queste sostanze. Questo tipo di bevande è altamente sconsigliato a chi soffre di reflusso gastrico oppure ha una predisposizione alla gastrite e patologie di questo genere” afferma lo specialista.

I danni causati dall’abuso di zuccheri

Uno dei disturbi più frequenti dell’abuso di zucchero, oltre alla carie dentale, è l’obesità. Ad essa, oltre ad un fattore estetico, si associano anche gravi malattie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus. Inoltre, il consumo eccessivo di alimenti zuccherini può generare un’infiammazione permanente dell’intestino, che predispone l’insorgenza di tumori.

Al di là dell”approvazione della Sugar Tax è importante imparare a leggere le etichette degli alimenti, al fine di conoscere gli ingredienti e la percentuale di essi presenti all’interno; l’elenco è scritto seguendo l’ordine decrescente rispetto alla quantità contenuta.

Paparella conclude: “Scegliamo le merendine che abbiano meno ingrdienti possibili e che siano il più simili a quelli che useremmo noi per farle in casa. Una merendina non dovrebbe contenere niente di diverso da latte, uova, farina e zucchero, al massimo qualche aroma naturale”.

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