Donare gli organi, i trapianti sono momenti di vita e di gioia per chi li riceve e può tornare così a nuova vita. In una giornata di ben 40 anni fa, Ilario Lazzari, un falegname di Vinovo, fu il primo paziente a ricevere un trapianto di cuore. Un intervento andato a buon fine condotto dal Professor Vincenzo Gallucci presso l’ospedale di Padova nella notte tra il 13 e il 14 novembre del 1985.
A quei tempi, Costante Degan, il Ministro della Sanità, aveva firmato un decreto per cui anche in Italia si poteva sottoporsi a un intervento di trapianto cardiaco con tantissime persone che andavano all’estero. Dopo 40 anni da quella operazione, l’Italia si conferma un’eccellenza mondiale nei trapianti di cuore.
Proprio l’anno scorso si è registrato il record di 413 interventi per trapianto di cuore, sebbene siano ancora molte le persone in attesa di riceverne uno. Un aumento che è andato sempre migliorando con il 13% in più nel 2023 e del 38% nel 2022. Per quest’anno si attende un ulteriore aumento, considerando che, nei primi dieci mesi dell’anno, si sono già effettuati 376 trapianti.
Da quel momento, si è assistita a una vera e propria evoluzione che ha toccato diversi settori. Vi è stato anche un aumento dei donatori, la cui età media si aggira intorno ai 60 anni e anche dei riceventi con il più anziano di anni 76 rispetto ai 68 anni del 2022. Cambiata anche la modalità con donatori a cuore fermo i cui risultati sono incoraggianti.
Ovviamente molto dipende anche dalla donazione degli organi e da una sensibilizzazione che dovrebbe essere maggiore, come spiega anche Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale dei Trapianti. Sebbene la storia di Lazzari, a distanza di 7 anni dal trapianto, terminò, lo stesso non può dirsi di Gian Marco Taricco, operato a distanza di pochi giorni, nel 1985, di anni 18 all’epoca che, oggi, è il più longevo cuore nuovo d’Europa.