Isolati due superanticorpi capaci di annientare il Coronavirus

Ad annunciarlo è stato un team di ricercatori dell’Università di Washington, supportati dai colleghi dell’Ospedale Sacco di Milano. Dopo aver bloccato il Coronavirus nei criceti, la speranza è che i due superanticorpi siano altrettanto efficaci sull’uomo.

Isolati due superanticorpi capaci di annientare il Coronavirus

Oltre a neutralizzare il virus Sars-CoV-2, gli anticorpi S2E12 e S2M11 sono addirittura in grado di curare i sintomi tipici del Covid-19. Isolati da una équipe di ricercatori americani dell’Università di Washington che hanno collaborato con i colleghi italiani dell’Ospedale Sacco di Milano, i due super-anticorpi hanno già dimostrato la loro efficacia nei test di laboratorio condotti sui criceti.

La loro scoperta pubblicata su Science, ha dimostrato che la combinazione di questi due potenti anticorpi annienta il Coronavirus, in quanto se da una parte blocca la famosa spike, in altre parole la punta della corona utilizzata dal virus per legarsi con le cellule umane, dall’altra parte agisce sul recettore Ace2, definito il chiavistello di ingresso attraverso il quale si diffonde la malattia.

Tenendo conto dei risultati promettenti raggiunti con la sperimentazione, il passo successivo sarebbe quello di ricrearli in laboratorio per poterli usare come terapia a base di anticorpi monoclonali. Questi ultimi rispetto al vaccino hanno una risposta immunitaria pressoché immediata e potrebbero essere somministrati anche subito dopo il contagio. Nel caso del vaccino, le tempistiche si prolungherebbero invece ad un paio di mesi, non escludendo tra le altre cose la necessità di sottoporsi ad un secondo richiamo

Un altro vantaggio non di poco conto sarebbe legato alle dosi da produrre: a fronte di un vaccino da produrre in grandi quantità per soddisfare le esigenze di ogni singola persona, la terapia a base di anticorpi sarebbe circoscritta ai soli pazienti infettati o a quelli rientranti nelle categorie più a rischio. Il rovescio della medaglia riguarderebbe però l’aspetto economico: il vaccino avrebbe infatti un costo contenuto compreso tra i 10 e 20 euro, mentre la terapia con anticorpi monoclonali raggiungerebbe anche diverse migliaia di euro.

Non da ultimo bisogna tener conto dell’efficacia temporale, che nei vaccini sarebbe presumibilmente molto più lunga. L’infettivologo Massimo Galli, responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedale il Sacco, sul punto ha precisato che “i due anticorpi derivano da altrettanti donatori. Ce ne sono almeno altri due al mondo, ma questi sono due in più e visto il loro potenziale terapeutico, potrebbero essere riprodotti su larga scala”.

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