L’ intestino pigro è un disturbo, che interessa tantissimi italiani ogni anno e che costa molto caro, circa 200 milioni di euro fra lassativi, farmaci e clisteri. A queste spese vanno poi aggiunte anche quelle relative ad integratori, erbe e rimedi di varia natura per combattere questo spiacevole disturbo.
Si tratta di un problema che, secondo le statistiche, interessa ben 10 milioni di italiani e crea disturbi paragonabili anche a patologie più serie. Uno studio recente condotto dall’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri (AIGO) presentato a Napoli, però, ha designato un nuovo metodo per poter intervenire a favore di questo disturbo. Secondo questo studio ogni caso di intestino pigro andrebbe trattato in maniera individuale e personalizzata.
«La stipsi è molto sottovalutata: tanti pensano che basti un lassativo qualsiasi per risolvere il problema, in più c’è un’estrema reticenza a parlarne. Risultato: spesso i pazienti arrivano dal medico quando ormai sopportano i sintomi da anni, dopo aver provato ogni genere di “fai da te” – osserva Massimo Bellini, coautore dell’indagine e membro del consiglio nazionale Aigo –Tanti sperano che funzioni ciò che ha consigliato un amico o un vicino di casa, ignorando che non tutte le stipsi sono uguali e ciò che funziona in un caso non per forza è efficace anche in un altro. L’automedicazione poi non di rado è “fantasiosa” e tanti ricorrono ai prodotti più strani, di cui è ignota la composizione: alcuni si espongono perfino a rischi seri per la salute, come nei casi in cui si è dimostrata la presenza di pericolosi metalli pesanti in erbe lassative di incerta provenienza. Il primo obiettivo, quindi, dovrebbe essere quello di favorire il dialogo con il medico di famiglia, per parlare della stitichezza senza imbarazzi e trovare rimedi adeguati, dopo aver inquadrato accuratamente il problema. Da soli non si può capire la causa e la tipologia di stitichezza».
L’ intestino pigro e la stipsi sono un problema serio e come tale non va sottovalutato.