E’ nata ad Amritsar, nelle regioni a Nord-Ovest dell’India, in corrispondenza del confine con il Pakistan, quella che i media di tutto il mondo hanno già ribattezzato la “bambina di plastica“. La piccola è infatti affetta da una rarissima disfunzione genetica della cheratinizzazione epidermica, che ha fatto sì che la sua pelle risulti interamente ricoperta da una membrana traslucida, rendendola in tutto e per tutto simile ad un vero e proprio bambolotto.
Questa disfunzione, causa di quel rivestimento apparentemente innaturale noto come “membrana di collodio”, è una vera e propria croce per la piccola e per i genitori. Ma d’altra parte, in molti sono già accorsi al Guru Nanak Dev Medical College and Hospital, per poter guardare con i propri occhi la “bambina di plastica”. In questi casi infatti, la morbosità mediatica raggiunge picchi davvero incredibili; parossistici verrebbe da dire, al punto che l’ossessione per il sensazionalismo rischia di dilagare fino al punto da non concedere più un briciolo di privacy agli sfortunati protagonisti della vicenda.
“Sembra una bambola di gomma-ha dichiarato un medico del Guru Nanak Dev Medical College and Hospital-ed il suo viso è simile a quello di un pesce, con labbra e occhi di un colore rosso caldo. Inizia a piangere quando qualcuno la tocca, e per ora non è in grado di essere allattata dalla madre”. Una situazione sicuramente tragica dal punto di vista umano, come ha spiegato il direttore del Dipartimento di Pediatria dell’ospedale, il dottor M. S. Pannu: “Questo è un tipo di malattia dovuta ad una mutazione di alcuni geni a remissione spontanea, una variante minore dell’ittiosi congenita autosomica recessiva”.
La disfunzione genetica in questione, dal punto di vista epidemiologico, colpisce circa un neonato ogni 600.000 nuovi nascituri, e può comportare pesanti effetti come disidratazione, squilibrio elettrolitico, difficoltà nella regolazione della temperatura corporea e molte forme di infezione alla pelle. Nella maggior parte dei casi la “membrana traslucida” sparisce dopo 15-30 giorni, ma può capitare che la pellicola in questione rimanga ad “avvolgere” il bambino, causandogli di fatto non pochi problemi.
La speranza è ovviamente che la piccola possa guarire spontaneamente in fretta, senza dover incorrere in nefaste conseguenze (come nel caso di un altro neonato affetto dalla stessa disfunzione, venuto alla luce sempre ad Amritsar, e morto a tre giorni dalla nascita), e che non debba venire ricordata anche in futuro come la bambina di plastica.