C’è apprensione in Europa e anche nel resto del mondo per quanto riguarda il diffondersi del virus dell’influenza aviaria. Si tratta di un patogeno conosciuto con la sigla H5N1. Il virus colpisce in particolar modo i volatili, sia di allevamento che selvatici, e si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il “Vecchio Continente”.
Secondo gli esperti quella di quest’anno è la peggiore epidemia di sempre, e c’è molta preoccupazione, anche perchè l’inverno è appena cominciato e già i casi sono migliaia. I ricercatori dell’Istituto Friedrich Loeffler, con sede in Germania, hanno affermato che la situazione è molto seria. “Non si vede la fine: i Paesi colpiti vanno dalla Finlandia alle isole Faroe fino all’Irlanda, dalla Russia al Portogallo” – così affermano gli esperti del Loeffler all’agenzia di stampa Dpa.
Salto di specie
La corsa del virus H5N1 sta costringendo gli allevatori ad abbattere migliaia di polli, questo in modo che l’epidemia non si diffonda anche nei loro allevamenti. Basti pensare che 46 focolai sono stati già individuati in diversi allevamenti tedeschi. Il patogeno è molto virulento e sta uccidendo gli animali a grande velocità.
In Israele l’influenza aviaria ha ucciso 5.200 gru. La circostanza, come sta accadendo dappertutto, è che gli allevatori si sono visti costretti ad uccidere migliaia di capi. L’attenzione sul patogeno rimane altissima, anche perchè, come tutti i virus, pare che H5N1 abbia fatto un salto di specie.
Sono stati infatti accertati alcuni casi tra le volpi comuni in Olanda e Finlandia. I ricercatori del FLI rammentano che è necessario seguire tutte le misure di biosicurezza per poter proteggere gli allevamenti dalla malattia. Alcuni casi di aviaria sono stati accertati nelle foche grigie in Svezia e quelle comuni in Germania. Anche gli esseri umani possono essere infettati dal virus dell’aviaria a seguito del contatto con animali vivi o morti o le loro secrezioni: i sintomi vanno da una congiuntivite a quelli simil-influenzali come febbre, tosse e dolori muscolari.