In calo la creatività dei minori, se usano un device per giocare

Recenti studi dimostrano che oggi ci sono meno bambini che hanno "amici" immaginari: questo calo di creatività si imputa ad un uso smisurato di device che riempono troppo la giornata dei minori.

In calo la creatività dei minori, se usano un device per giocare

Un recente studio svolto oltre manica nel Regno Unito, in collaborazione con 1.000 operatori nel settore delle scuole materne, fa emergere che c’è un reale calo della creatività nei bambini e a sostenerlo sono circa i due terzi degli intervistati.

Questo calo sembra imputarsi al continuo utilizzo di device e consolle, avendo un’impostazione di gioco completamente differente a quella di qualche anno fa, portando ad avere sempre meno come compagno o compagna di giochi un amico/a immaginario/a.

Poco meno della metà degli intervistati afferma che i bambini hanno ancora degli amici immaginari, ma un buon 72% concorda che questo numero è nettamente in calo nel corso degli ultimi 5 anni e si presume che il problema sia imputabile a questa smodata frequenza davanti a degli schermi da parte dei bambini.

David Wright, che ricopre la carica di capo presso Nursery di Paint Pots nella zona di Southampton, concorda a pieno sui risultati emersi da questo sondaggio, ma ribadisce che secondo lui il problema sia più articolato di quanto detto fino ad ora. David Wright sostiene che ai bambini di oggi sia quasi non permesso “annoiarsi”: ovvero, quando i bambini si ritrovano nella situazione di avere tempo per se stessi senza particolari distrazioni o altro da fare, possono trovare qualcosa di creativo da fare con la loro mente, ed ecco che così può iniziare a formarsi l’idea di un amico immaginario.

Paige Davis, che insegna psicologia alla York St John University, sostiene la tesi dei tempi che cambiano, ovvero non indica un errato uso di questi strumenti nuovi, ma semplicemente ipotizza che sia cambiato il metodo di gioco da come lo era in passato, quando non c’erano tutte queste possibilità e anche la TV veniva vista meno, con i bambini che erano per forza di cose spinti a trovare un qualcosa da fare e, quindi, c’era una elaborazione creativa più marcata e il gioco era più spontaneo. Oggi invece il bambino gioca con quel che ha, perché il suo primo pensiero è quello di fare con gli strumenti che si ritrova.

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