Il rischio di fegato grasso aumenta se si assume troppo fruttosio

Secondo un recente studio condotto dai ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università della California, assumere troppo fruttosio comporta un aumento del rischio di sviluppare la steatosi epatica non alcolica.

Il rischio di fegato grasso aumenta se si assume troppo fruttosio

Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Metabolism e condotto dai ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università della California, assumere abitualmente troppo fruttosio comporta un aumento del rischio di sviluppare la steatosi epatica non alcolica (Nafld), patologia nota più comunemente anche con il nome di “fegato grasso“.

La steatosi epatica non alcolica è una patologia diffusa soprattutto nei paesi occidentali (interessa circa il 20-30% della popolazione generale), colpendo in particolare le persone in sovrappeso, obese o con diabete nella fascia di età che va dai 40 ai 60 anni. Questa patologia è caratterizzata da un eccessivo accumulo di trigliceridi nelle cellule epatiche.

I ricercatori, nell’ambito di questo studio, hanno osservato che il fruttosio, che puoi trovare in frutti come la banana o le arance ma anche in verdure tra cui peperoni e carote, può influire negativamente sul fegato dopo aver raggiunto l’intestino, dove disturba la barriera epiteliale intestinale che protegge gli organi interni dalle tossine batteriche.

Jelena Todoric, la prima autrice dello studio, ha spiegato: “Deteriorando la barriera e aumentando la sua permeabilità, il consumo eccessivo di fruttosio può provocare una condizione infiammatoria cronica chiamata endotossiemia, che è stata documentata sia negli animali da laboratorio sia nei pazienti pediatrici con steatosi epatica”.

Le endotossine fuoriuscite raggiungono il fegato, determinano un aumento della produzione di citochine infiammatorie e stimolano la conversione di fruttosio e glucosio in depositi di acidi grassiMichel Karin, uno degli autori dello studio, ha commentato: “La capacità del fruttosio, che è abbondante nei fichi secchi e nei datteri, di indurre il fegato grasso, era nota agli antichi Egizi, che nutrivano anatre e oche con frutta secca per realizzare la loro versione del foie gras”.

I ricercatori sottolineano però che un’assunzione moderata di fruttosio, attraverso il normale consumo di frutta, non provoca danni all’organismo umano. Di conseguenza, il pericolo per la nostra salute si ha solo in presenza di un consumo eccessivo e a lungo termine di alimenti ricchi di fruttosio, come bibite ad alto contenuto di fruttosio.

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