Il primo trapianto di testa si farà nel 2018

A confermarlo è stato il dottor Sergio Canavero, che per l’operazione si avvarrà di una cavia di nazionalità cinese. Già da diversi anni se ne parlava, ma ora sembra proprio confermato: nel 2018 avremo il primo trapianto di testa.

Il primo trapianto di testa si farà nel 2018

Il primo trapianto di testa previsto per dicembre di quest’anno sarà rinviato ai primi mesi del 2018. Ad annunciarlo è stato il neurochirurgo italiano Sergio Canavero, da anni convinto sostenitore nonché promotore di questo tipo di intervento. Al momento non è stata ancora fissata una data certa, ma a quanto pare si prospetta che l’operazione potrà aver luogo entro i primi tre mesi del 2018. Precedentemente pianificato per la fine di quest’anno, il trapianto ha subito un rinvio a seguito della rinuncia di colui che fino ad oggi si era offerto come volontario, il russo Valery Spiridonov.

Il paziente, affetto da una malattia che provoca la perdita del tono muscolare, per potersi sottoporre alla procedura aveva lavorato per oltre due anni con il neurochirurgo italiano. Ma alla fine ha deciso di non proseguire. Intervistato dal Daily Mail, ha confessato che non si sottoporrà all’intervento in quanto “il medico non poteva promettergli quello che voleva”. Essendo un intervento di natura pionieristica, il dottore non avrebbe potuto garantirgli nulla. Non solo non avrebbe potuto assicurargli di camminare di nuovo e di avere una vita normale, ma non avrebbe potuto nemmeno esprimersi in merito alla sua sopravvivenza.

Considerando i rischi di per sé sconosciuti, Spiridonov ha così deciso di dare forfait, confessando che “dato che non posso fare affidamento sul mio collega italiano, devo prendere nelle mani la mia salute”. Il che vuol dire che il paziente russo ha ora deciso di sottoporsi ad un altro tipo di intervento. In altre parole vuole dotarsi di una specifica struttura in acciaio, che gli permetterà di sostenere la spina dorsale in posizione eretta.

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Nonostante la rinuncia del volontario russo, il neurochirurgo italiano non si è dato per vinto. A fronte delle sempre più marcate perplessità della comunità medico-scientifica, il medico ha continuato sulla propria strada, trovando un’altra “cavia” disponibile all’intervento. Stando a quanto trapelato, si tratterebbe di un uomo di nazionalità cinese.

Come già anticipato, critiche e scetticismo non hanno intaccato l’ostinazione del medico italiano. Come fatto presente a seguito di una intervista con l’agenzia Ria Novosti, con il collega Ren Xiaoting ha già condotto con successo una serie di esperimenti sui topi. In nove casi è stato in grado di separare e ricollegare i loro midolli spinali. In Cina è addirittura stato portato a termine un test su una scimmia, sopravvissuta per 20 ore al trattamento prima di essere soppressa per risparmiarle inutili sofferenze.

In merito alle modalità di intervento, al momento molti dettagli non sono stati ancora divulgati. Il dottor Canavero si è limitato a dare delle spiegazioni a grandi linee. Come è logico immaginare, muscoli, pelle e vasi sanguigni verranno per forza di cose collegati. A quel punto come collante tra il capo e il corpo donato si userà il PEG, il Polietilenglicole. Per accelerare la connessione tra i neuroni si farà invece ricorso all’elettrostimolazione; nel frattempo il paziente dovrà rimanere in coma farmacologico per alcune settimane.

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