Il freddo nemico del cuore: rischio infarto maggiore con le basse temperature

Secondo uno studio condotto da gruppo di cardiologi svedesi, il freddo sarebbe uno dei nemici principali del nostro cuore, in quanto causa di un aumento degli episodi di infarto.

Il freddo nemico del cuore: rischio infarto maggiore con le basse temperature

Il freddo, che caratterizza questa stagione dell’anno, non solo è causa di raffreddore, mal di gola, febbre e influenza, ma è anche uno dei nemici principali del nostro cuore.

A lanciare l’allarme è stato un gruppo di ricercatori svedesi che ha di recente rilasciato al British Medical Journal i risultati di uno studio da loro condotto su più di 300mila casi di infarto del miocardio che si sono verificati tra il 1998 e il 2013.

Lo studio

Secondo questo studio scientifico, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre si registrerebbe un aumento del 37% degli attacchi di cuore, per scendere al +20% il 1 gennaio. L’impennata registrata proprio nel giorno della vigilia di Natale sarebbe causata dal freddo, combinato ad altri fattori, tra cui cibo, alcol, poche ore di sonno e altri stress legati alle festività natalizie. Un mix insomma che sembra essere molto pericoloso per la salute del nostro cuore. Secondo gli esperti, un rialzo delle temperature di 8 gradi sarebbe già sufficiente per ridurre il rischio di infarto del 3%.

I pazienti maggiormente a rischio sono soprattutto quelli che sono soliti fare attività fisica all’aperto, inclusa una semplicemente una passeggiata o spalare la neve, e i soggetti a rischio cardiovascolare (colesterolo alto, ipertensione, infarti pregressi)

Ciro Indolfi, Presidente Eletto SIC, ha spiegato: “Il meccanismo responsabile dell’aumento del rischio di attacco cardiaco dopo un’esposizione al freddo intenso è legato a molti fattori, tra cui il più importante è l’effetto di vasocostrizione indotto dalle basse temperature. Il restringimento dei vasi sanguigni infatti potrebbe indurre una rottura della placca coronarica e provocare la formazione di un trombo. Se poi ci si aggiunge la fatica di spalare la neve, che aumenta molto la pressione arteriosa e fa salire il battito cardiaco oltre il 75% della frequenza cardiaca massima, il pericolo cresce ancora”.

Per proteggersi da questo pericolo, secondo gli esperti, durante la stagione invernale, quando la pressione in genere sale, potrebbe essere opportuno incrementare la terapia antipertensiva, ovviamente solo dopo essersi consultati con il proprio medico di fiducia. Oltre a questo, si potrebbero adottare dei semplici accorgimenti, come ridurre l’esposizione al freddo con abbigliamento e riscaldamento adeguati.

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