Il cibo del futuro consisterà in prevalenza in insetti ed alghe: è quanto afferma la ricerca “Cibo di oggi, cibo di domani” presentata quest’oggi in occasione dell’Expo Milano 2015, che ha preso in analisi le abitudini alimentari di 8 Paesi in tutto il mondo. Tra le nazioni interessate dallo studio vi sono Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Cina, Brasile, Germania ed India. Lo scopo della ricerca è fornire “fotografie alimentari” volte a prevedere quali pietanze affolleranno le nostre tavole nel 2050. Lo studio è stato condotto da Coop, il partner tematico di Expo 2015, insieme al Future Food District, e successivamente curato da Doxa.
I ricercatori hanno messo in evidenza le forti differenze nelle alimentari tra i vari Stati, ma hanno anche parallelamente accertato che tutti-pur ognuno a modo suo-stanno già muovendosi in direzioni analoghe per cercare di risolvere l’eventuale problema della carenza di risorse alimentari nel prossimo futuro. Tra i piatti più comuni che potremo trovare fra una trentina d’anni vi sono, ad esempio, pillole di carne sintetica ed altri composti del genere, ma non mancheranno le soluzioni “bio”, rappresentate perlopiù da alghe ed insetti.
Indiani, cinesi e brasiliani sono stati coloro che hanno fatto registrare un miglior tasso di adattamento ai nuovi regimi alimentari, dimostrandosi più aperti nei confronti dell’eventuale (nonché drastico) cambio di dieta. Tra i nostri concittadini, il 70% si è detto disponibile a provare il cibo in pillole, mentre il 44% della popolazione italiana assaggerebbe un insetto. Ma se da una parte si cercano soluzioni di dieta alternative, dall’altra cresce il timore di disastri ambientali e “cibo chimico”: il 60% delle persone si è infatti detta preoccupata per la manipolazione del cibo, mentre il 53% teme per le sorti ambientali del pianeta.
Forte anche la percentuale di coloro che pensano che il cibo, in futuro, diventerà troppo costoso (43%). Marco Pedroni, Presidente Coop Italia, si è espresso così riguardo alla possibilità di introdurre alimenti geneticamente modificati sulle nostre tavole un domani: “Gli italiani sono contrari per l’80/90% all’utilizzo degli ogm, ma se ci si proietta in avanti la situazione cambia. Gli italiani non escludono in futuro di poterne fare uso. […] Il tema è molto complesso, e noi abbiamo scelto, non per opposizione iteologica, di non utilizzarli. Ma allo stesso tempo siamo favorevoli che la ricerca sugli ogm vada avanti senza pregiudizi ideologici”. Insomma, piuttosto che morire di fame…