Il 5% dei tumori alla vescica è addebitabile ai prodotti presenti nell’acqua di rubinetto

Secondo quanto emerso da uno studio pubblicato su “Environmental Health Perspectives”, il 5% dei casi di tumore alla vescica registrato nell’UE è addebitabile ai prodotti chimici presenti nell’acqua del rubinetto.

Il 5% dei tumori alla vescica è addebitabile ai prodotti presenti nell’acqua di rubinetto

La presenza di alcune sostanze chimiche nell’acqua potabile causa il 5% di tutti i casi di tumore alla vescica registrati nell’Unione Europea. A suggerirlo è uno studio dei ricercatori del Barcelona Institute for Global Health pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives.

A finire nel mirino sono stati i trialometani, composti conosciuti con la sigla THM che si originano a seguito alla disinfezione dell’acqua che viene erogata nei paesi membri dell’UE. Stando a quanto documentato dai ricercatori spagnoli che dal 2005 al 2018 hanno monitorato le sostanze presenti nell’acqua del rubinetto dei paesi europei, in 9 stati membri queste sostanze avrebbero superato il limite di 100 microgrammi per litro.

Cristina Villanueva, ricercatrice che ha coordinato lo studio, dopo aver premesso quale mole di dati è stato necessario gestire, ha descritto in che modo si è agito per arrivare a formulare questa conclusione. In prima battuta sono stati inviati dei questionari agli organismi responsabili della qualità delle acque comunali, chiedendo di fornire i dati riguardanti la concentrazione di trialometani totali e individuali (cloroformio, bromodiclorometano, dibromoclorometano e bromoformio) presenti nell’acqua di rubinetto, ma anche nella rete di distribuzione e negli impianti di trattamento delle acque.

Una volta messi a confronti i rapporti, si è scoperto che i 9 paesi in cui si superavano i livelli di trialometani erano Gran Bretagna, Spagna, Cipro, Estonia, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia e Portogallo. A quel punto si è cercato di stabilire quale potesse essere la relazione tra trialometani e i casi di cancro alla vescica. Da un calcolo statistico è emerso che questi composti sarebbero responsabili del 5% di tutti i casi di neoplasia alla vescica registrati nell’UE.

Manolis Kogevinas, coautore dello studio, pur precisando che negli ultimi 20 anni molto sia stato fatto per ridurre i livelli di trialometani in diversi paesi dell’Unione europea, ha concluso che qualora nessun paese superasse i livelli medi presenti nell’UE “potrebbero potenzialmente essere evitati 2.868 casi annui di tumore alla vescica”.

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