Nelle ultime settimane, diverse notizie di cronaca hanno riportato eventi drammatici legati all’impatto dei fulmini, fenomeni naturali potentissimi e potenzialmente letali. Queste violente scariche elettriche possono abbattersi su qualsiasi cosa sia “a tiro”, colpendo montagne, edifici, alberi, persone, animali e oggetti in generale. In termini semplici, i fulmini sono scariche elettriche ad altissima intensità di corrente, che si generano per lo più all’interno delle nuvole o tra nuvola e nuvola, dando vita a quelle che chiamiamo “saette”. Tuttavia, circa il 10% di queste scariche si verifica tra la nube e la superficie terrestre, a causa della differenza di potenziale tra le due, creando i fulmini. Questo fenomeno può essere estremamente pericoloso e, in alcuni casi, letale. Secondo l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR), ogni anno in Italia i fulmini causano il decesso di 20-50 persone.
Tra i casi più recenti, possiamo ricordare il disperato episodio del 17enne colpito a Santeramo in Colle (Bari) durante una tempesta, quando un fulmine è caduto a poca distanza da lui. Un altro esempio è la disgrazia sfiorata su una spiaggia di Alba Adriatica, dove tre donne sono state colpite in pieno, con una di esse, una 41enne, che ha perso i sensi ed è stata ricoverata in rianimazione. Il 30 agosto, un fulmine si è abbattuto su un campo da calcio in Svezia, ferendo otto ragazzi, tre dei quali in modo grave. Ancora più recente è l’episodio che ha coinvolto la barca Luna Rossa, impegnata nella Louis Vuitton Cup: un fulmine spettacolare è caduto in mare a circa 200 metri dall’imbarcazione. Anche il patrimonio culturale italiano non è immune, come dimostra il caso dell’Arco di Costantino, scheggiato da una scarica elettrica vicino al Colosseo. Il fatto che la maggior parte di questi eventi sia avvenuta durante l’estate non è casuale.
Luglio e agosto, e talvolta anche settembre, sono i mesi in cui si verificano più fulmini in assoluto. Secondo il dottor Sante Laviola dell’ISAC-CNR, solo nel 2022 in Italia si sono registrati circa 5 milioni di fulmini, e nel 2018 addirittura 7 milioni. Ad agosto di quegli anni si è verificata una concentrazione particolarmente alta, rispettivamente con oltre 2 milioni e 3 milioni di fulmini. Ma perché proprio in questo periodo? Laviola spiega che i fulmini sono associati a nubi cariche di ghiaccio, e durante l’estate, a causa delle alte temperature, le nuvole temporalesche si sviluppano in verticale, raggiungendo anche 10 chilometri di altezza. Salendo a queste quote, le goccioline d’acqua si trasformano in cristalli di ghiaccio, aumentando così la probabilità di fulmini.
Questo processo è accentuato dal riscaldamento globale, che sta rendendo questi fenomeni sempre più frequenti e intensi. All’interno di grandi nubi temporalesche, come i cumulonembi, le particelle di ghiaccio e acqua si scontrano continuamente, creando un’area con cariche elettriche positive e negative. Quando la differenza di potenziale tra queste cariche diventa troppo grande, si verifica una scarica elettrica: il fulmine. Questi fulmini possono colpire non solo all’interno della nuvola o tra nuvola e nuvola, ma anche tra la nuvola e il suolo. Generalmente, un fulmine si forma quando una scarica parte dalla nuvola verso il basso (il cosiddetto leader a zig-zag) e si incontra con una scarica che sale dal suolo (lo streamer). La temperatura di un fulmine può raggiungere decine di migliaia di gradi, generando fino a 1 miliardo di volt e sprigionando un’energia pari a circa 5 milioni di Joule. Questa potenza riscalda l’aria circostante, causando un rapido aumento di pressione che genera il suono fragoroso del tuono.
Come menzionato, i fulmini si verificano a causa della differenza di potenziale tra una nuvola e il suolo, e quando colpiscono la terra, tendono a scegliere il percorso più breve per scaricare l’energia. Questo è il motivo per cui i parafulmini sono appuntiti e collocati in cima agli edifici: offrono un percorso preferenziale al fulmine. Lo stesso principio vale per gli alberi, che diventano bersagli privilegiati, rendendoli luoghi pericolosi in cui cercare riparo durante un temporale. In uno spazio aperto come una spiaggia o una pianura, gli esseri umani diventano spesso i punti più alti e dunque bersagli naturali per i fulmini. Ecco perché passeggiare in queste aree durante un temporale può essere estremamente rischioso, così come lo è per animali di grandi dimensioni, come le giraffe, che possono essere colpite più facilmente rispetto ad altri animali. Se ci si trova all’aperto durante un temporale, la cosa migliore da fare è cercare riparo all’interno di un edificio o di un’auto, che funge da gabbia di Faraday, proteggendo chi è all’interno.
Se non è possibile trovare un riparo, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) raccomanda di accucciarsi con il corpo raccolto, evitando di stare in piedi o sdraiarsi a terra. Inoltre, è importante allontanarsi da oggetti metallici, evitare attività ricreative come il golf o la pesca, e stare lontani dall’acqua, che è un eccellente conduttore di elettricità. L’Organizzazione Michigan Lightning segnala diversi “campanelli d’allarme” che possono precedere l’arrivo di un fulmine: la comparsa di grossi cumulonembi, la diminuzione del tempo tra lampi e tuoni, e sensazioni fisiche come capelli rizzati o un formicolio, dovute all’accumulo di energia statica. Anche un sapore metallico in bocca o l’odore di ozono sono segnali indicativi. In questi casi, è fondamentale cercare riparo il più velocemente possibile, poiché il fulmine potrebbe essere imminente. I fulmini possono essere letali sia per colpi diretti che indiretti, causando arresti cardiaci, respiratori, ustioni gravi e persino danni permanenti alla vista e all’udito. Nonostante sia un fenomeno raro, è importante non sottovalutare il rischio e adottare tutte le precauzioni necessarie per proteggersi quando si è in presenza di temporali.