I cibi amari stanno sparendo dalle nostre tavole, ma non è un bene

Parte dal "New York Times" lo studio del perché i cibi amari stanno sparendo dalle nostre tavole e, in effetti, sono in pochi ad apprezzarne il gusto. Ma non è un bene che questo accada.

I cibi amari stanno sparendo dalle nostre tavole, ma non è un bene

Sin dai primi istinti primordiali, l’uomo ha imparato ad associare al gusto degli alimenti la pericolosità: i cibi dolci ci permettono di fare il pieno di energie istantanee, quelli salati, grazie al loro contenuto di sodio, hanno un ruolo importante nel nostro organismo, mentre il gusto amaro, sin dagli albori, indicava che quel cibo era velenoso. Addirittura, i bambini, come primi sapori imparano a riconoscere il dolce e l’amaro. Oggi, anche se sappiamo benissimo che non tutti i cibi amari sono velenosi, prediligiamo comunque gli altri sapori.

Il New York Times si è proprio chiesto perchè il sapore amaro sta scoparendo dalle nostre tavole e ha scoperto che le industrie alimentari, così come anche l’agricoltura, fa di tutto per eliminare l’amaro da ciò che mangiamo aggiungendo additivi e resine nei cibi confezionati, mentre nell’agricoltura si fanno incroci tra frutta, verdura e ortaggi per averne sempre di più dolci.

A rendere amaro un alimento sono i fitonutrienti caratteristici di alcuni cibi che non ne danno solo il caratteristico sapore amarognolo ma anche il fattore benefico, spesso proprietà antitumorali. Alcuni esempi di fitonutrienti amari sono:

  • la narigina contenuta negli agrumi che li rende così salutari e che ci aiuta a non ammalarci;
  • la quercetina, un flavonoide che ha fortissime proprietà antiossidanti e che è contenuta in tè verde, vino rosso, uva, mele, frutti di bosco, ecc…; 
  • la sinigrina negli ortaggi appartenenti alla famiglia di cavoli e broccoli che ha proprietà antitumorali.

L’epidemiologo Adam Drewnowski, dell’Università di Seattle, ha affermato che i fitonutrienti sono salutari proprio perché sono tossici e, dunque, hanno la proprietà di distruggere le cellule tumorali.
Il suo studio si è basato su un campione di fumatori a cui ha somministrato una dieta a base di alimenti contenenti quercitina e ha potuto constatarne il potere anti-tumorale. Drewnowski spiega anche che frutta e verdura più dolci sono facilmente mangiate anche dai bambini ma l’aver eliminato il fattore amarognolo ne elimina, dunque, anche le proprietà benefiche dei fitonutrienti, fermorestando intatte tutte le altre vitamine e sali minerali.

Le verdure amare, quali cavolo riccio, radicchio e rucola, proprio grazie ai fitonutrienti, permettono un perfetto equilibrio ormonale e hanno un effetto stimolante sul fegato aumentandone lo smaltimento delle tossine che si creano durante il processo di normale digestione.

In bibite quali birra e caffè, invece, il senso di amarognolo ne sottolinea il tratto distintivo, rispettivamente l’alcol e la caffeina, che le rendono due bibite piacevoli e tra le più amate al mondo. Partendo da questo dato di fatto, come soluzione gli esperti consigliano di abbinare tra di loro i vari gusti in modo da rendere piacevole anche l’amaro: ad esempio, le verdure amare saranno certamente più apprezzate se mangiati come condimento della pasta o della pizza e così via.

Altro fattore positivo dei cibi amarognoli è quello di regolare l’appetito e farci sentire sazi. A questo proposito si è scoperto che i ricettori del gusto amaro non sono solo posizionati sulla lingua ma lungo tutto il tratto gastrointestinale, quindi sarebbe buona norma inserire verdure amarognole nella nostra dieta. Inoltre, a questo proposito gli esperti consigliano di iniziare il pasto con un aperitivo amarognolo (come il bitter) perchè permette l’aumento delle secrezioni gastriche e quindi una digestione migliore.

Di norma, gli alimenti amarognoli contengono antiossidanti e vitamine amare quali le vitamine A, C e K e, da questa analisi, si ci può subito rendere conto che sono proprio queste le vitamine e le sostanze più importanti per il nostro organismo, in particolare la vitamina C che contribuisce alla difesa naturale dell’organismo.

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