HIV: passi in avanti nella ricerca di un vaccino

Ormai noto da anni, l'HIV è uno di quei virus che tutti temono e cui, all'oggi, se ne capisce ancora poco. Questo non esclude però il lavoro dei ricercatori che si avvicinano ad un vaccino.

HIV: passi in avanti nella ricerca di un vaccino

Di recente, uno studio su Lancet ha dimostrato che c’è una risposta immunitaria importante per quanto concerne il vaccino anti HIV.

Ogni volta che si parla di questo virus (Virus dell’immunodeficienza umana) si cerca sempre di capire a che punto sono i ricercatori, nello studio di un possibile spiraglio di sopravivvenza senza patologia, per meglio dire, quando sarà possibile dire che è stato trovato un vaccino che eviti le attuali metodologie terapeutiche, cioè la prep, ossia la profilassi pre-esposizione, che va fatta a vita.

Questo potrebbe essere la chiave per aprire una porta verso nuovi target teraputici che permetterebbero all’uomo di sconfiggere una delle patologie del ventesimo secolo.

Possibile vaccino Anti-HIV

Importante è, quindi, il risultato ottenuto nei trial clinici, in cui un vaccino a mosaico, ossia che prende pezzi di diverse varianti di HIV per stimolare la difesa immunitaria contro i vari ceppi virali, somministrato a diversi adulti ti età compresa tra 18 e 50 anni di diverse nazionalità, ha dato risposte incuraggianti.

Il vaccino è stato somministrato ai volontari in diversi preparati, quattro dosi in 48 settimane. I primi risultati, secondo alcuni ricercatori virologi del Beth Israel Deaconess Medical Center, vanno presi con i guanti bianchi perché la risposta immunitaria ottenuta non significa necessartiamente che tale preparato vada ad immunizzare l’uomo contro tale virus.

Difatti, questa somministrazione è solo una prima fase che ha portato a risultati incoraggianti, ma bisogna comunque aspettare le prossime fasi di ricerca per una migliore valutazione dell’efficacia del vaccino, note anche con il termine di Imbokodo che porterà la somministrazione del vaccino, principalmente a divere donne a rischio di contrarre il virus.

Lo studio si rileva importante, come asserisce Stefano Vella, direttore del centro per la salute globale dell’istituto superiore di sanità, ma non decisivo per il semplice motivo che gli apporcci utilizzati, sono quelli di più recente utilizzo, cioè individuare un antigene che deve sviluppare gli anticorpi neutralizzanti, che andranno a garnatire l’immunità totale, difatti questo vaccino è stato sviluppato per dare immunità cellulare e non anticorpale.

Questo indica che il vaccino produce si degli anticorpi ma non si sa che livello di efficacia possa dare contro i vari ceppi virali di HIV.

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