HIV: individuato un nuovo ceppo del virus

Gli scienziati dell’Abbott Laboratories e dell’Università del Missouri hanno individuato, grazie alle ultime tecnologie, il nuovo ceppo del sottotipo L, appartenente alla versione del gruppo M dell’HIV-1.

HIV: individuato un nuovo ceppo del virus

L’Abbott Laboratories, azienda che si occupa di analizzare oltre il 60% di sangue del mondo, ha individuato un nuovo ceppo di HIV, in collaborazione con l’Università del Missouri in Kansas City: i risultati dello studio, a cui ha contribuito la coautrice Mary Rodgers, sono stati pubblicati mercoledì sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes.

Sia al sottotipo L, appartenente alla versione del gruppo M dell’HIV-1, che ad altri ceppi, gli attuali trattamenti sarebbero efficaci, secondo il Direttore dell’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive: il Dr. Anthony Fauci sottolinea inoltre l’importanza dell’individuazione per arricchire la mappa evolutiva del virus.

Al momento però non sarebbe chiaro l’impatto che tale variante del virus avrebbe sul corpo e la modalità con cui agirebbe: ciononostante, secondo il Dr. Fauci, non sarebbero in molti ad esserne stati infettati e non ci sarebbe motivo di farsi prendere dal panico o preoccuparsene. La Professoressa del Dipartimento di Scienze Orali e Cranio-Facciali dell’Università del Missouri in Kansas City, Dott.ssa Carole McArhur, ha dichiarato che tale scoperta sottolinea quanto sia necessario concepire il virus nella sua continua evoluzione, usufruendo dei progressi tecnologici e delle risorse per monitorarla.

I primi due casi rilevati in modo indipendente sono stati individuati nel 1983 e 1990 nella Repubblica Democratica del Congo, mentre il terzo campione è stato raccolto in Congo nel 2001, nell’ambito di uno studio che mirava a prevenire la trasmissione da madre a figlio: quando le nuove tecnologie hanno permesso di studiarne e mapparne il campione, gli scienziati hanno potuto sequenziarlo completamente, giungendo a determinarne chiaramente la tipologia.

Nel 2000 erano state deliberate le Linee Guida per la Classificazione dei Sottotipi, di primaria importanza per comprendere i ceppi dei virus circolanti e dunque assicurare test efficaci nell’individuazione della malattia, con cui circa 36.7 milioni di persone convivono in tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e di cui tre anni fa 1.8 milioni ne sarebbero stati infettati, secondo la stima dell’UNAIDS.

Continua a leggere su Fidelity News