Gran Bretagna: arriva il kit fai da te per il test dell’HIV

In Gran Bretagna, con soli 30 dollari sarà possibile scoprire da soli se si è stati contagiati dal virus dell'HIV o meno. Proteste dal mondo LGBT: "E' pericoloso scoprirlo da soli"

Gran Bretagna: arriva il kit fai da te per il test dell’HIV

Nella speranza dello sviluppatore e di chi lo ha finanziato, ovvero il Ministero della Salute britannico, questo test avrebbe dovuto dare la consapevolezza immediata e avrebbe dovuto fermare la diffusione del virus. C’è chi, però, nel nuovo kit fai da te per il test dell’HIV ha voluto vedere il rovescio della medaglia: la reazione di chi scopre di essere malato, infatti, è spesso incontrollata, e non si è sicuri che sia una buona idea che sia solo in quei momenti. Fatto sta che, comunque, siamo in presenza di un avvenimento importante per la salute dell’uomo: in un momento in cui i casi sono sempre meno nel mondo occidentale (non nei paesi in via di sviluppo, dove continua ad essere un’emergenza), entra quindi in commercio il BioSure Hiv Self Test, che da 2 giorni è in vendita nelle farmacie britanniche al costo di circa 30 sterline (più o meno 42 euro), il cui prezzo non elevato e, soprattutto, la cui vendita in una normale farmacia contribuisce a “normalizzare” questa terribile malattia.

Accurato nel 99,7% dei casi, il test renderà possibile ad ognuno scoprire se è sieropositivo o meno; chiaramente, in caso di positività, ci dovranno essere le controanalisi dal medico. Il dubbio, come detto, è sulla possibile reazione di un paziente che scopre, magari da solo, di essere positivo all’HIV; particolarmente attenta a questo punto è la comunità britannica LGBT, secondo la quale è pericoloso un dispositivo del genere senza un accurato supporto psicologico e sanitario. Per utilizzare il test, comunque, basta pungersi un dito e far uscire qualche goccia di sangue, che viene analizzata dal dispositivo: dopo un quarto d’ora, ecco i risultati. Bisogna ricordare, comunque, che con grande probabilità l’infezione viene rilevata dai 3 mesi in poi rispetto al momento del contagio. Lo scopo dichiarato del Ministero della Salute è quello di far prendere coscienza della malattia a quelle 26mila persone – questa è la stima – che ancora non sanno di essere contagiate, evitando così di trasmettere l’infezione ad altri pazienti sani.

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