Di recente alcune indagini hanno evidenziato come l’Italia non vada tanto d’accordo con il benessere fisico. Sicuramente il semplice rafforzamento muscolare, ma anche il mantenersi allenati resta un toccasana che purtroppo nel nostro Paese, nella maggior parte dei casi, viene trascurato. Infatti esercizi di ginnastica come squat, piegamenti e tanti altri non sono molto apprezzati.
Circa nove italiani su dieci praticano questi esercizi in maniera non corretta, praticandoli poco e male e ciò non dà benessere al nostro corpo. In uno studio pubblicato sulla rivista di sport e fitness “Plos One“, l’Italia è diciannovesima al confronto con altri 28 Paesi come la Germania, l’Olanda e la Spagna. A livello continentale addirittura è stato dimostrato che circa un cittadino adulto su quattro esegue correttamente esercizi fisici mantenendosi in forma.
Coloro che si cimentano di più in questo campo sono gli islandesi, i figli del ghiaccio, che praticano almeno due volte a settimana il rafforzamento muscolare. Gli islandesi sono seguiti poi dagli svedesi e infine i danesi. Da ciò emerge un dato palese, ovvero che nei paesi del nord Europa c’è un maggior interesse al mondo del fitness, dato che diminuisce nel centro Europa e anche nella nostra cara Italia.
Di consueto arrivano i consigli da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, cioè praticare sport almeno due volte a settimana e mantenere un buon rapporto fisico per evitare malattie cardiovascolari, ossee e quant’altro. La percentuale italiana porta inevitabilmente ad un altro dato da valutare: perchè in Italia tantissime persone non vogliono avere cura del proprio corpo?
Una prima risposta è la pigrizia, largamente diffusa soprattutto nella fascia di età giovane-media e cioè i 20-40. La seconda invece è il poco tempo a disposizione per via del lavoro, delle diverse occupazioni e degli orari da rispettare di ognuno di noi. Ma nonostante ciò servirebbe allenarsi constantemente e non sporadicamente, per evitare nell’avanzare dell’età malattie e patologie gravi, che rappresentano in Italia una delle prime cause di decesso.