Esiste un legame tra rischio Covid e gruppo sanguigno

Dopo gli iniziali sospetti, è arrivata la conferma da parte della ricerca medica: di fronte al Coronavirus, alcuni gruppi sanguigni sono più protetti, mentre altri, essendo più vulnerabili, sono inevitabilmente più a rischio.

Esiste un legame tra rischio Covid e gruppo sanguigno

Nei mesi scorsi, diversi studi avevano ipotizzato l’esistenza di una relazione tra gruppi sanguigni e incidenza della Sars-CoV-2. A evidenziare il legame era stato uno studio cinese, che sospettava che i gruppi sanguigni potessero avere una forma di influenza sulla gravità dei sintomi sviluppati a seguito dell’infezione.

Da quel momento, altre ricerche hanno confermato la loro intuizione. L’ultima in ordine di tempo arriva dalla Società Americana di Ematologia, che utilizzando i dati di due studi portati a termine dell’Università della Danimarca Meridionale e dall’Università Canadese della British Columbia, ha scoperto che il gruppo sanguigno più resistente al Coronavirus è quello 0.

Come pubblicato sul portale Blood Advances, il numero di pazienti con sangue di gruppo 0 è molto inferiore rispetto a quelli di tipo A, B e AB. A quanto pare, il motivo di tutto ciò sarebbe da ricondurre all’isoagglutinina, un anticorpo che reagisce con un isoantigene presente sulla superficie dei globuli rossi e che impedisce al virus di ancorarsi e attecchire nell’organismo del paziente infettato.

Sia gli studi condotti in Danimarca che in Canada, hanno dimostrato che i pazienti di tipo 0 sono meno vulnerabili di fronte al Coronavirus. Oltre ad essere meno soggetti a ricoveri in terapia intensiva, per costoro anche i tempi medi di degenza sono più corti; se per i contagiati di gruppo A e AB il periodo di degenza media è di 13,5 giorni, per i malati del gruppo 0 e B il periodo cala invece a circa 9 giorni.

Se il ceppo 0 risulta associato alla possibilità di sviluppare la malattia in forma più lieve, Luca Valenti, medico del Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano, ha voluto commentare questi dati precisando che “il gruppo sanguigno A ha un rischio aumentato di compromissione polmonare severa, mentre chi appartiene al gruppo 0 è più protetto. E dato che il gruppo sanguigno è ereditario, è possibile concludere che è ereditaria anche la predisposizione ai sintomi più gravi per questa malattia”.

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