L’emofilia è una malattia genetica rara che può essere più o meno grave, la quale colpisce nella specie umana i maschi ed è legata alla coagulazione del sangue. Attualmente, le persone affette da emofilia sono circa 400.000 su tutto il pianeta (circa una persona su 10 mila).
Ma perché tale malattia viene considerata pericolosa? Perché gli emofiliaci rischiano che anche solo una piccola ferita possa trasformarsi ben presto in una terribile emorragia, cosa che non accade invece per le persone non affette. Questo negli emofiliaci accade proprio perché nel loro sangue mancano quelle proteine utili ad fermare il flusso in una ferita. Coloro che sono affetti dalle forme più gravi di emofilia sono infatti obbligati, per sopravvivere, a sottoporsi regolarmente a iniezioni di queste proteine mancanti, chiamate in termine scientifico, fattori di coagulazione. Questa cura è anche nota con il nome di terapia sostitutiva. Molto spesso però le persone con emofilia sviluppano anticorpi che attaccano queste proteine, rendendo difficile “monitorare” un sanguinamento tanto abbondante.
I ricercatori della University of Florida Health e dell’Università della Pennsylvania hanno però di recente pubblicato uno studio sulla rivista Blood in cui dichiarano di aver trovato il modo per bloccare la formazione di questi anticorpi “scomodi”, tramite l’uso di cellule vegetali, per nulla rischiose per i pazienti e anche poco costose. A partire da questo studio, i trattamenti per l’emofilia si sono aperti al mondo delle bioterapie con piante geneticamente modificate. Ovviamente questa soluzione al problema dell’emofilia è stata sperimentata dapprima su topi affetti da emofilia, producendo risultati più che soddisfacenti.
Al momento i ricercatori stanno lavorando con una società farmaceutica per applicare questo metodo emergente su altre specie animali, per verificare che l’effetto e i risultati non varino da specie a specie. L’obiettivo finale sarebbe quello di arrivare alla sperimentazione umana, utilizzando, solo ipoteticamente per il momento, piante di lattuga.
Se questa soluzione dovesse verificarsi buona anche per l’uomo si otterrebbe un importante traguardo, cioè quello di garantire una cura a questo problema legato all’emofilia a tutti coloro che ne sono affetti e a costi bassissimi, obiettivo per cui si batte da anni anche la Giornata Mondiale dell’emofilia, che ricorre ogni 17 aprile.