Secondo i dati forniti durante la Prima Conferenza Mondiale sulla Chirurgia dell’Ernia Addominale, che si tiene a Milano dal 25 al 29 aprile, sembra che siano 140mila i pazienti per i quali in Italia potrebbe essere praticata la chirurgia ambulatoriale per ernie addominali.
I dati dicono anche che solo il 30% degli interventi di ernia addominale viene eseguito in Day Surgery. Pare infatti che se fossero messe in atto le linee guida in maniera corretta ben il 70% dei pazienti potrebbe tornare a casa dopo 5-6 ore dall’intervento , e non avrebbe bisogno di trascorrere nemmeno una notte in ospedale.
Giampiero Campanelli, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e Day Surgery dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano e presidente della Conferenza Mondiale, ha dichiarato:” In tutta Italia le unità autonome di Day Surgery, spazi specializzati perfettamente attrezzati per la chirurgia “fast”, sono solo il 10% del totale. Un numero esiguo rispetto alle richieste attuali e ancor più insufficiente rispetto a quanto sarebbe necessario se potessimo applicare questo tipo di chirurgia quando è possibile. Per i pazienti complessi ovviamente il ricovero ospedaliero continua a essere indispensabile, ma per i casi semplici, che sono la maggioranza, non è ormai considerato essenziale”.
Campanelli aggiunge anche che questo metodo serve per liberare posti letto per patologie gravi e contribuisce inoltre a diminuire le liste d’attesa. Lo specialista insiste nel dire che il risparmio dato dal day surgery potrebbe essere utilizzato in tecnologia innovativa per garantire l’accesso a protesi all’avanguardia e metterle a disposizione dei clienti.
E’ sottinteso che servono strutture d’eccellenza, con elevati standard di qualità e sicurezza, con accesso libero a tutte le tecnologie che non mettono a rischio l’intervento chirurgico. Una situazione che non trova facile applicazione in Italia, poiché esistono differenze abissali di accesso alla day surgery fra le varie regioni e spesso il paziente dimesso, in caso di emergenza, non può contare su un posto letto disponibile in strutture vicine.
Quindi è chiaro che la Day Surgery non deve rappresentare un mezzo per diminuire i costi ma deve essere soprattutto un modo per rendere più efficiente il Sistema Sanitario. E campanelli ribadisce:” Vanno salvaguardati gli standard di sicurezza e i requisiti minimi tecnico-organizzativi. Se la qualità della day surgery è scarsa, i costi per il Servizio Sanitario sono destinati a crescere: chirurgia veloce non significa chirurgia frettolosa”.