Si è verificata una vicenda preoccupante che deve porre delle riflessioni. Si tratta dei dodici casi di epatite acuta che ha costretto delle persone a essere portate in ospedale. Gli esami hanno chiarito la diagnosi in quanto sono state escluse delle cause virali, ed i medici hanno svolto un lavoro fondamentale per capire cosa sia realmente successo.
I medici hanno avuto un dialogo con i pazienti colpiti da questa infezione e sono giunti alla dovuta conclusione secondo la quale la malattia era dovuta a qualcosa da loro ingerito. L’approfondimento delle analisi è stato fondamentale per andare in fondo alla questione e capire che tutti i malati hanno fatto uso della curcuma, lo stesso discorso vale per gli integratori a base di questa sostanza. L’allarme è stato lanciato dal centro dell’Istituto Superiore di Sanità che ha un ruolo rilevante nella vigilanza sugli integratori.
I dodici casi di epatite colestatica di tipo acuto: l’iniziativa del ministero
A preoccupare è il fatto che sale il numero di questi casi pericolosi. Da giovedì scorso la situazione è peggiorata, in quanto siamo passati da nove a dodici persone colpite dalla cosiddetta epatite colestatica di tipo acuto. Il ministero e l’istituto si sono dimostrati determinanti per risolvere la questione e si sono affidati all’aiuto di una commissione composta da esperti per capire da dove potesse essere partita la contaminazione.
In particolare è avvenuta la segnalazione di alcuni prodotti a base di curcuma associata alla piperina. La situazione si fa più complicata per il fatto che i vari malati hanno fatto uso di integratori di marca differente.
Precisando che la curcuma da sola non è per nulla tossica, appare evidente che sia avvenuta una contaminazione. Una delle cause potrebbe essere da ricondurre alla possibilità di un uso diverso della pianta della curcuma: la materia prima proviene dall’India.