Creato un embrione artificiale arrivato fino alla fase matura

È stato realizzato, e osservato in laboratorio, un embrione artificiale ottenuto da cellule staminali di un topo . “Bellissimo risultato per i biologi”, commenta Carlo Alberto Redi.

Creato un embrione artificiale arrivato fino alla fase matura

Il gruppo di ricerca di medicina rigenerativa dell’Università di Maastricht, guidato da Nicolas Rivron, è riuscito ad ottenere in laboratorio il primo blastoide (un embrione artificiale creato da cellule staminali di un embrione di topo).

Con il termine blastoide si intende una sferetta costituita da un trofoblasto, cioè un involucro esterno, e da una struttura interna da cui nascerà il futuro organismo. I ricercatori dell’Università di Maastricht sono riusciti ad isolare e prelevare due famiglie di cellule: quelle che danno origine alla placenta e quelle da cui si forma l’embrione. Il tutto è stato prelevato da un embrione di topo in blastocisti (a 3-5 giorni dal concepimento). Il primo aspetto interessante è che le staminali si sono immediatamente attivate formando una struttura simile a quella di un embrione all’inizio dello sviluppo: inoltre, esso ha continuato a svilupparsi anche se non è arrivato alla fase matura.

Questo studio olandese sarà utile anche per capire i meccanismi dell’infertilità, causati da ostacoli nell’impianto dell’embrione. Per esempio, la placenta previa e il distacco della placenta (riguarda l’1% delle gravidanze): infine, permette anche di capire un difetto di vascolarizzazione che si trova all’origine di molti parti prematuri.

Il genetista Edoardo Boncinelli commenta: “le applicazioni sono di là da venire, ma si può immaginare, in un futuro lontano, un bambino nato da un insieme totalmente artificiale”.  Giuseppe novelli, genetista e rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, commenta dicendo che gli pseudo embrioni non vanno avanti, ma il passo compiuto è stato gigantesco, perché l’esperimento conferma il potere delle cellule staminali embrionali e, per la prima volta, studia da vicino la placenta.

Il presidente onorario del comitato nazionale di bioetica (Cnb), Francesco Agostino: “C’è il rischio che possa rivelarsi un essere umano di laboratorio pensato come sottoposto o schiavo, prodotto per fornire organi da trapiantare, e sarebbe inaccettabile“.

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