Covid, mascherine e smart working pronti a tornare: il Ministero della Salute: "L’Italia si prepari"

Le condizioni di reintegrazione delle vecchie misure di protezione contro il virus del Covid sono ancora lontane, ma è già stato scritto un documento che farebbe reintegrare l'uso delle mascherine al chiuso e lo smart working.

Covid, mascherine e smart working pronti a tornare: il Ministero della Salute: "L’Italia si prepari"

Proprio quando le misure per il Covid stavano venendo sempre meno al punto da non essere più obbligatorio l’uso della mascherina con successiva riduzione dello smart working, ecco che il Ministero della Salute è pronto a fare marcia indietro qualora fosse necessario. 

Tra le misure proposte, infatti, troviamo nuovamente un’intensificazione delle quarte dosi di vaccino con dose aggiuntiva per le categorie più fragili. Il documento in questione prende il nome di “Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23“. Raccoglie al suo interno una serie di misure da attuare immediatamente qualora la situazione pandemica dovesse tornare a peggiorare. 

Mascherine, smart working e altre misure per il Covid

Nel documento si legge che le mascherine anti-covid riducono la trasmissione del virus, come già ormai ben noto da un paio di anni, e nel caso i contagi dovessero aumentare potrebbe essere reintegrato l’uso obbligatorio delle mascherine al chiuso. Allo stesso modo, di pari passo, anche lo smart working potrebbe essere reintegrato ai livelli precedenti. 

Al momento l’uso delle mascherine è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie e Rsa. Continua ad essere raccomandata la ventilazione degli ambienti chiusi. Tra le raccomandazioni sono state citate anche le quarte dosi dei vaccini contro il Covid. 

Al momento gli ultimi dati confermano un miglioramento degli andamenti dei positivi. In particolare, però, desta preoccupazione la situazione in Cina: per i voli in arrivo e in partenza per la Cina i passeggeri dovranno sottoporsi a tamponi obbligatori entro le 48 ore dal viaggio. In caso di positività prevista anche la quarantena. La speranza comune è quella di non tornare mai più alle condizioni verificare nei mesi tra dicembre e febbraio di 3 anni fa, quando il virus iniziava a circolare già dal mese di dicembre ma nessuno ne conosceva l’esistenza, né tanto meno gli effetti negativi sulla salute. 

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