Tra i possibili effetti collaterali del vaccino anti Covid-19 c’è anche l’aumento della frequenza cardiaca. Il battito accelerato è però un sintomo che si manifesta in maniera più evidente tra chi ha già contratto in precedenza il Coronavirus.
A fare la scoperta sono stati i ricercatori dello Scripps Research Translational Institute della California. Le loro conclusioni sono state raggiunte consultando i dati forniti da un campione di 4.000 cittadini americani che hanno fatto uso di un’applicazione per smartphone capace di registrare le attività fisiologiche degli smartwatch.
Il loro lavoro documentato su MedRxiv, sito internet specializzato nell’approfondimento di temi che hanno per oggetto scienza e salute, si è reso necessario a seguito delle numerose segnalazioni di dolori, febbre e affaticamento lamentate nei giorni immediatamente successivi al dosaggio. Analizzando pertanto la mole di dati disponibili, si è scoperto che tra il primo e quinto giorno successivo alla somministrazione della prima dose, la frequenza cardiaca di alcune persone vaccinate con Pfizer o Moderna era aumentata di circa 1,5 battiti al minuto (BPM).
Pur non osservando differenze tra i due sessi, i maggiori aumenti sono stati riscontrati tra i soggetti di età inferiore ai 40 anni che erano già stati precedentemente infettati dal virus. Con la seconda dose, l’aumento di 1,5 BPM tra il primo e il quinto giorno dopo la somministrazione vaccinale si è registrato invece a livello generale, senza mostrare quindi particolari differenze tra chi era o non era stato precedentemente colpito dalla malattia.
Grazie a questa ricerca volta a far luce su alcuni sintomi fisilogici dei vaccini, si è appurato che la maggior parte dei soggetti vaccinati con Moderna e Pfizer, vaccini che utilizzano la tecnologia a RNA messaggero, ha conosciuto un aumento della frequenza cardiaca a riposo nei due giorni dopo la vaccinazione, con il 70% a seguito della prima dose e il 76% dopo la seconda.