Covid-19, studio shock di un laboratorio: "Mascherine FFP2 non a norma"

Lo studio è stato commissionato da una società di import-export altoatesina, la quale sarebbe riuscita a dimostrare l'inefficacia della maggior parte delle mascherine FFP2 contro il Coronavirus Sars-CoV-2. Assenza di controlli sulle certificazioni.

Covid-19, studio shock di un laboratorio: "Mascherine FFP2 non a norma"

Rischia di provocare un vero e proprio terremoto all’interno delle aziende produttrici di mascherine Ffp2 lo studio commissionato da una società di import-export altoatesina. Secondo quanto riferiscono i media nazionali e internazionali, tra cui la testata italiana Fanpage, la maggior parte delle mascherine FFP2 non sarebbe a norma, per cui non riuscirebbe a filtrare le particelle di Covid che potrebbero trovarsi nell’aria, sia in luoghi all’aperto che al chiuso. Il dispositivo di protezione in questione è stato presentato dall’inizio della pandemia come uno dei più efficaci, anche contro le varianti del Covid.

Talmente tanto sicuro da portare Paesi come l’Austria a renderle addirittura obbligatorie nei luoghi pubblici, come sugli autobus. Eppure le cose non starebbero così secondo questo studio portato avanti da questa società. “Da quando è iniziata la pandemia si sono moltiplicati i clienti che vogliono importare dispositivi di protezione dall’Asia. Il punto è che la maggior parte del materiale in commercio non corrisponde alle certificazioni” – così hanno spiegato i due titolari dell’azienda al Corriere della Sera.

Lo studio

La società ha commissionato svariati test sulle mascherine FFP2 attualmente presenti in commercio in Europa, e anche nel nostro Paese, verificando di come i dispositivi non siano stati in grado di superare il test sul cloruro di sodio e sull’olio di paraffina. “Il messaggio che vogliamo lanciare è di fare molta attenzione alla merce che si trova sul mercato: in questa fase una buona mascherina può fare la differenza tra la vita e la morte. Specialmente in luoghi come le case di riposo, gli ospedali o i servizi sociosanitari” – questo il monito dei due titolari.

Durante le verifiche, è emerso che quasi tutte le mascherine testate recavano il marchio CE2163, che indica un apposito laboratorio situato in Turchia. Secondo Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Microbiologi Italiani, i controlli sarebbero di competenza dell’Istituto Superiore di Sanità o del Ministero della Salute. Normalmente questi ultimi affidano i test presso laboratori accreditati di Università o Istituti di Fisica dei Politecnici, “ma in questo periodo sono derogati per lo stato d’emergenza e non vengono svolti”.

Per cui da ora in poi si dovrà prestare attenzione alle mascherine che si acquistano, soprattutto a quelle FFP2, che se commerciate rispettando tutti gli standard di qualità rappresentano davvero una barriera molto utile all’ingresso del Covid nel nostro organismo. La pandemia intanto continua a provocare vittime e contagi in tutto il mondo.

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