Covid-19, l’euro in moneta trasmette meno batteri delle banconote

Un recente studio tedesco dimostra che l’euro in moneta trasmette meno batteri delle banconote e il merito sarebbe da attribuire al contenuto di rame.

Covid-19, l’euro in moneta trasmette meno batteri delle banconote

Come confermato ormai da tutti gli esperti, il virus che sta colpendo il mondo in questo periodo può vivere per ore su molte superfici. Uno degli oggetti che circola di più è il denaro, pertanto il timore che questo possa diventare un potenziale veicolo per il virus è piuttosto diffuso. Dunque, l’ideale sarebbe avvalersi della tecnologia e pagare con carte e smartphone, ma cosa fare se proprio non si vuole o non si può rinunciare al contante?

La risposta ci arriva da uno studio tedesco condotto recentemente presso la Clinica Universitaria di Amburgo-Eppendorf. Secondo questo studio, coordinato dal professor Johannes Knobloch, potrebbe essere più sicuro pagare con le monete piuttosto che con le banconote, dal momento che il rame di cui sono costituite le monete (le monete euro sono costituite per almeno il 75% da rame) avrebbe un’azione antimicrobica e quindi, probabilmente, anche antivirale.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno preso in esame le monete da 5 e 50 centesimi, da un euro e il taglio in banconota da 5 euro. I ricercatori hanno testato la capacità di questi di veicolare due tipologie di batteri: l’Enterococcus faecium e lo Staphylococcus aureus. A distanza di 24 ore (tempo sufficiente per verificare il moltiplicarsi di microrganismi), sulle monete la presenza di S.aureus si era ridotta del 98,7-99,5%, mentre l’E.faecium era calato del 96,8-99%.

Sulle banconote, fatte invece in fibra di cotone, il numero di cellule batteriche non era cambiato rispetto alla superficie di ceramica usata come esperimento di controllo. I ricercatori tedeschi hanno spiegato: “A differenza delle banconote, le monete contenenti rame mostrano un’apprezzabile attività antimicrobica, ma […] i batteri non sono stati eliminati del tutto, dunque anche le monete possono essere veicoli di trasmissione di microbi”. 

Johannes Knobloch, il sopracitato coordinatore dello studio effettuato, sottolinea comunque che il rischio di trasmissione del virus attraverso i soldi è molto più basso rispetto al contatto faccia a faccia con un’altra persona.

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