Covid-19: il distanziamento di un metro non evita il rischio infezione

A farlo presente è uno studio internazionale a cui hanno partecipato alcuni ricercatori dell’Università di Genova. Le loro conclusioni smentiscono le linee guida formulate dall’OMS, ritenute prive di fondamento scientifico.

Covid-19: il distanziamento di un metro non evita il rischio infezione

Con il diffondersi della pandemia, come veicolo di trasmissione del virus è stato individuato in primo luogo il droplet, le celebri goccioline di saliva infette emesse dai soggetti positivi attraverso la respirazione, la tosse o gli starnuti. Per limitare il rischio contagio abbiamo dovuto quindi rivedere le nostre abitudini, applicando per quanto possibile le regole sul distanziamento sociale

Oggi, a quasi un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, uno studio internazionale ha sorprendentemente smentito l’efficacia di questa misura. La ricerca pubblicata su Scientific Reports è stata portata a termine da un gruppo di scienziati esperti di fisica dell’atmosfera, dinamica dei fluidi e bio-fluidodinamica dell’Università di Genova, dell’Okinawa Institute of Science and Technology, dell’Università Cote d’Azur oltre che della sezione genovese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. 

Avvalendosi di una serie di test e di modelli fisico-matematici, i ricercatori sono giunti alla conclusione che le linee guida fornite dall’Oms in fatto di distanziamento di un metro non hanno alcun fondamento scientifico. Le dimensioni delle goccioline emesse variano infatti dal micron al millimetro e non è possibile ipotizzare come si distribuiscano tra le varie dimensioni. Di conseguenza pur facendo presente che prima o poi siano destinate a cadere al suolo, non è possibile stabilire quale distanza potranno raggiungere. 

A ciò bisogna aggiungere che non esiste un’evidenza scientificamente provata della maggior o minor carica virale delle goccioline liquide rispetto ad altre emissioni come i nuclei secchi. Non potendo quindi prevedere le loro dimensioni, non è nemmeno possibile fare delle ipotesi incontrovertibili sul loro moto. Da qui si spiega perché nella letteratura scientifica si siano raggiunti dei risultati spesso molto discordanti tra di loro. Se a tutto ciò aggiungiamo che la contagiosità risente anche dell’umidità e delle condizioni climatiche circostanti, diventa difficile determinare una distanza minima di sicurezza, o quantomeno appare privo di fondamento il distanziamento di almeno un metro. 

Come spiegato da Andrea Mazzino, ricercatore e docente di fluidodimamica dell’Università di Genova, tenendo conto dell’ampio intervallo di variazione delle dimensioni delle goccioline di saliva e degli aspetti poc’anzi esposti,  “il concetto di distanziamento per minimizzare il contagio appare evanescente”. Se ne deduce che l’uso della mascherina sarebbe l’unica modalità attraverso la quale ridurre la possibilità di essere contagiati dal Coronavirus.

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