Con il finire dell’estate si ritorna a parlare nuovamente del Covid-19, ove l’arrivo del freddo può causare l’innalzamento dei casi. Come se non bastasse, almeno fino a questo momento, le adesioni per la quarta dose nei più fragili, agli over 60 e alle persone immunodepresse continua ad andare a rilento.
Fortunatamente arrivano anche delle buone notizie su come combattere le possibili nuove infezioni da Covid-19. Come riportato testualmente dal sito del “Corriere“, una ricerca pubblicata sul “The Lancet Infectious Diseases” condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” e dall’ASST Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo confermano che i FANS (gli antinfiammatori) possono essere un grande alleato per sconfiggere il virus.
Le ultime novità sul Covid-19
Per le forme lieve e moderate del virus i risultati sono di grande interesse rispetto all’efficacia dei Fans: secondo gli ultimi studi le ospedalizzazioni scendono dell’80% (dato accorpato), le sole ospedalizzazioni dell’85-90%, il tempo di risoluzione dei sintomi si accorcia dell’80% e la necessità di supplementazione di ossigeno del 100%.
Quindi se i contagi dovessero ritornare a salire nei periodi più freddi si consiglia la terapia precoce con antinfiammatori ma resta importante che: “Sia gestita dai medici di famiglia, per i possibili effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci” si legge sul “Corriere” ove poi viene aggiunto che: “Questo potrebbe scongiurare la pressione eccessiva sugli ospedali (e i costi altissimi dei trattamenti, soprattutto in terapia intensiva), uno degli aspetti più drammatici della pandemia. Non solo. I Fans, tra i farmaci più comunemente utilizzati in tutto il mondo, possono rappresentare un’opzione realistica per la cura di Covid nei Paesi a basso reddito”.
La comunità scientifica, dopo circa due anni e mezzo di pandemia, concorda su un punto: a uccidere i malati è l’infiammazione (o flogosi), e non il virus. La flogosi è associata a diversi fattori: il rilascio di citochine e radicali liberi, l’induzione di interferone gamma e l’attivazione di particolari leucociti.