Covid-19, Ema frena sull’obbligo vaccinale: "Ok solo nel 2023"

Lo ha riferito una fonte di alto livello al quotidiano Il Giornale, anche Pfizer ha confermato che per la fine del follow-up se ne parlerà soltanto nel 2023. L'ipotesi è quella di anticipare i tempi di qualche mese se i dati lo consentiranno.

Covid-19, Ema frena sull’obbligo vaccinale: "Ok solo nel 2023"

Obbligo vaccinale sì, obbligo vaccinale no. In questi giorni l’opinione pubblica italiana si sta spaccando intorno a questo argomento, specialmente dopo le dichiarazioni del Premier Mario Draghi, che in una conferenza stampa dopo un Consiglio dei Ministri ha dichiarato che l’Italia potrebbe seguire la strada dell’obbligo vaccinale già in un prossimo futuro. Alcuni giuristi si sono detti d’accordo con questa ipotesi, anche se l’obbligatorietà del vaccino anti Covid dovrà per forza essere stabilita da una apposita legge. L’articolo 32 della Costituzione è chiaro in merito: si può sottoporre una persona ad un trattamento sanitario obbligatorio (come è il vaccino) soltanto in presenza di una apposita legge dello Stato. 

I tempi non sono di certo brevi, anche perchè una legge del genere dovrà passare dall’approvazione del Parlamento. In Italia al momento l’obbligo del vaccino anti Covid è soltanto per i medici, infermieri e personale sanitario in generale. Ma se le buone intenzioni del Governo ci sono, la stessa agenzia del farmaco europea, l’Ema, frena sull’obbligo vaccinale. Il quotidiano Il Giornale, infatti, ha appreso da una fonte di alto livello che l’ok ad un eventuale obbligo da parte dell’agenzia arriverà soltanto nel 2023.

Pfizer: “Fine follow-up nel 2023”

Bisogna precisare, questo per dovere di informazine, che i vaccini anti Covid attualmente in circolazione, come ad esempio Pfizer o Moderna, hanno ricevuto l’approvazione dalle agenzie regolatorie ad essere utilizzati in fase di emergenza, questo in modo da tenere sotto stretto controllo la pandemia. I farmaci in questione adesso dovranno avere “l’autorizzazione piena”.

I vaccini anti Covid sono sicuri dal punto di vista del prodotto, che provoca pochissimi effetti indesiderati. Ci vogliono però altri dati, ad esempio, sull’efficacia contro alcune varianti del Sars-CoV-2. La Pfizer si è impegnata a concludere lo studio di fase 3 in un arco di tempo di altri 28 mesi

Resta da vedere se per quel periodo la pandemia sarà con noi oppure se sia soltanto un lontano ricordo. Tra l’altro la concorrente Moderna, che come Pfizer produce uno dei vaccini ad mRna, si è impegnata a concludere la fase 3 a dicembre del 2022, quindi il prossimo anno. Dovrebbe essere comunque più veloce l’autorizzazione ad una eventuale terza dose da somministrare a persone anziane e molto fragili. Pfizer comunica che i dati a supporto di una terza dose sono stati già presentati alla Fda statunitense e “nelle prossime settimane” intende presentare questi dati all’Ema e ad altre autorità di regolamentazione in tutto il mondo. Pfizer, se i dati lo consentiranno, potrebbe comunque anticipare i tempi al massimo di qualche mese.

Continua a leggere su Fidelity News