Coronavirus, visibile sulla pelle: così ci si accorge di aver contratto il Covid. La parola all’esperto

Il dermopatologo Raffaele Gianotti spiega come la cute e alcune manifestazioni cutanee siano una spia attendibile dell'insorgere della malattia: ecco nel dettaglio.

Coronavirus, visibile sulla pelle: così ci si accorge di aver contratto il Covid. La parola all’esperto

Un gruppo di ricercatori della Clinica dermatologica presso l’Università degli Studi di Milano ha eseguito uno studio sui tessuti della cute osservandoli durante tutto il decorso del Coronavirus. Questa ricerca, peraltro pubblicata su Acta dermatologica, American Journal Dermatopathology e Journal of Dermatological Science, ha dato dei risultati sorprendenti.

In poche e semplici parole, la cute potrebbe essere un campanello d’allarme per diagnosticare la malattia da Covid-19. I tessuti cutanei, così come si legge nello studio, sono una specie di “spia” che avverte dell’infezione quando questa non si è ancora conclamata con i sintomi classici che contraddistinguono questo virus.

Coronavirus, il professor Ginotti spiega i sintomi visibili sulla pelle

Il professor Raffaele Gianotti, dermatologo, spiega che le macchie della pelle tendono a scomparire in poco tempo, in concomitanza con la sparizione del virus stesso. Altro discorso, invece per le lesioni cutanee, molto più pericolose che si conclamano nei pazienti ricoverati in terapia intensiva: “Con gravi danni a polmoni e reni. I bambini, invece, possono presentare lesioni rosso vivo alle dita dei piedi senza mostrare i minimi segni sistemici dell’infezione“, continua a spiegare il dermatologo Gianotti.

Il professore continua a raccontare come si è arrivati a scoprire questo collegamento tra la cute e il coronavirus: “Quando ho saputo che un mio collega era stato ricoverato per polmonite da Covid con associata una malattia della pelle, mi sono tornati in mente due casi di pazienti immunodepressi per tumore, visti un mese prima, che al microscopio mostravano strane anomalie“.

Inoltre, continua il dermatologo Gianotti, precisa quanto sia subdolo questo virus che si manifesta con sintomi cutanei caratteristici di malattie comuni, come l’orticaria o l’esantema, cioè un arrossamento generalizzato. Un altro dato interessante è che nel 95% del casi la cute è un “termometro” in grado di diagnosticare e avvertire di un attacco del virus. Stesso discorso vale anche per i pazienti asintomatici.

Nello specifico si tratta di arrossamenti o noduli rossi della cute che creano un “eritema pernio” (comunemente chiamato gelone) causato dal fatto che il virus danneggia i vasi sanguigni della pelle. Il professor Gianotti tranquillizza spiegando che una semplice acne non determina la malattia: “Se invece avete febbre, tosse e macchie rosse sulla pelle, andate subito dal dermatologo. Curiosamente, mio padre Ferdinando 65 anni fa ha scoperto una malattia della pelle, dovuta al virus dell’epatite che oggi porta il suo nome“.

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