Coronavirus, le donne sono più resistenti al contagio

Come evidenziato dalle statistiche sulla diffusione del Coronavirus, le donne risultano molto più resistenti al contagio rispetto agli uomini. A tal proposito la comunità medico-scientifica sta già formulando una serie di ipotesi.

Coronavirus, le donne sono più resistenti al contagio

Mentre il mondo intero lotta per arginare l’epidemia da Coronavirus, un dettaglio appare quanto mai inequivocabile: le donne risultano più immuni all’infezione rispetto agli uomini: mediamente ogni 10 persone che non sopravvivono alla malattia, ben 7 sono uomini. A questo punto se il gentil sesso dimostra una maggior capacità di difendersi, appare fondamentale scoprire quale sia la ragione.

A tal proposito la virologa Roberta Capua, ospite di Giovanni Floris a Dimartedì, è addirittura arrivata a dichiarare che “le donne sarebbero una sorta di ‘semaforo rosso’ nei confronti del virus, mitigheremmo la sua diffusione”. E in effetti se gli uomini muoiono con una frequenza doppia rispetto alle donne, un motivo dovrà pur esserci.

Al momento medici e scienziati non hanno scoperto quale sia la spiegazione, ma hanno fornito una serie di teorie che pur essendo plausibili, non sono suffragate da nessun preciso studio clinico. Sulla base di una prima ipotesi descritta dal professor Giuseppe Novelli, genetista dell’università di Tor Vergata, lo scudo che rende più resistenti le donne sarebbe la predisposizione genetica.

Più nello specifico, “il recettore principale del virus è localizzato sul cromosoma X e potrebbe influenzare le differenze di genere. Le donne ne hanno due, quindi potrebbero avere una maggiore resistenza all’infezione perché dispongono di una maggiore variabilità di risposta”. Ciò significa che la doppia X renderebbe l’organismo femminile più versatile e quindi impenetrabile, aumentando l’immunità rispetto alla coppia di cromosomi sessuali XY dell’uomo.

Ma oltre a questo aspetto, ci sarebbe anche la questione ormonale. Elena Ortona, immunologa nonché direttrice del Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità, afferma che il virus ha modo di penetrare nell’organismo grazie alla presenza di un recettore chiamato ACE 2, una proteina che allo stesso tempo protegge l’attività polmonare. Nelle donne la sua presenza è più elevata per via degli estrogeni, che di fatto creano le basi per opporre una maggior resistenza all’avanzata del Covid-19.

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