Coronavirus, il 75% dei pazienti manifesta sintomi neurologici

A suggerirlo è l’esito di uno studio condotto dall'ospedale San Paolo e dall'Università Statale di Milano. Gli autori di questa ricerca sono convinti che le loro conclusioni potranno aprire un nuovo capitolo nei libri di neurologia.

Coronavirus, il 75% dei pazienti manifesta sintomi neurologici

Sino ad oggi si era propensi a credere che il Covid-19 si accanisse per lo più sui polmoni, ma stando a quanto documentato da una ricerca portata a termine dall’ospedale San Paolo e dall’università Statale di Milano, il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, in 3 casi su 4 colpisce anche il cervello e l’apparato neurologico.

Lo studio pubblicato sull’European Journal of Neurology, realizzato grazie al supporto dei principali centri neurologici del Vecchio Continente, si è basato sulle risposte fornite ad un questionario di 17 domande, distribuito dai vari medici impegnati nella lotta contro il Coronavirus. Dalle risposte fornite da un campione di 2.300 pazienti, si è potuto appurare che la malattia determina una lunga serie di disturbi neurologi come cefalee, mialgie, mal di testa, agitazione psicomotoria, perdita del gusto e dell’olfatto; nei casi più gravi si arriva anche a segnalare la perdita della coscienza, encefalopatie ed ictus.

Come sottolineato da Alberto Priori, direttore della Clinica neurologica III dell’ospedale San Paolo che ha preso parte alla realizzazione dello studio, “i meccanismi responsabili dell’interessamento neurologico sono molteplici”. Detto in altre parole, pur essendo un virus respiratorio, l’infezione causata dal patogeno emerso in Cina può considerarsi trasversale e in alcuni casi addirittura letale. Come dimostrato, la malattia può dar avvio ad alcuni meccanismi indiretti come l’attivazione della coagulazione del sangue, un processo potenzialmente in grado di scatenare l’ictus.

I sintomi neurologici del Covid-19 sono stati riscontrati in qualunque fase della malattia, ma le maggiori attenzioni si concentrano ora sulle complicanze tardive. Come fatto presente dagli scienziati, è necessario approfondire questo tema perché “in molti dei pazienti più gravi poi guariti, si riscontrano alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio e la collaborazione tra molti specialisti, con un percorso riabilitativo complesso che può essere anche molto lungo”.

Proprio in ragione di queste conseguenze, è logico concludere che nella gestione della pandemia, il ruolo dei neurologi sarà necessariamente sempre più rilevante. Avendo ben a mente tale considerazione, gli autori sono arrivati a sostenere che grazie a questo studio, di fatto si stanno ponendo le basi per aprire un nuovo capitolo nei libri di neurologia.

Continua a leggere su Fidelity News