Coronavirus: alcuni pazienti infetti potrebbero non guarire mai

Un nuovo elemento emerge in seno al Coronavirus. Alcuni individui possono contrarre il covid-19 e non riuscire a guarire mai, tornando positivi in futuro e creando il pericolo di innescare nuovi focolai.

Coronavirus: alcuni pazienti infetti potrebbero non guarire mai

Il Coronavirus è una parola che ormai è sulla bocca di tutti, una parola che ognuno utilizza ben consapevole di cosa sia e quali sono le conseguenze che può e che ha arrecato. Il mostro letale e invisibile (com’è stato soprannominato il covid-19), ha messo in ginocchio il mondo intero e, partendo dalla Cina, ha pian piano colpito tutti gli esseri umani indistintamente.

In Italia il periodo maggiormente acuto ha visto uno stato di quarantena forzata per tutti, con la sospensione temporanea di tutte le attività lavorative e non. Adesso le misure restrittive si sono allentate ma, nonostante ciò, la questione non è per niente risolta; mentre ancora si continuano a contare le  vittime e i contagiati a tratti aumentano, gli esperti mettono in guardia dichiarando che, con ogni probabilità, ad ottobre potrà esserci una nuova e ancor più feroce ondata di Coronavirus.

Ma non è tutto, un nuovo studio ha portato alla luce una notizia davvero incredibile: nonostante tantissimi pazienti dopo aver contratto il virus siano tornati negativi, in realtà per alcuni di essi potrebbe accadere di non guarire mai del tutto. Si tratta di soggetti che in futuro potrebbero tornare positivi sotto certi stimoli, dando vita a nuovi e pericolosi focolai.

La notizia è stata riportata da “Il Fatto Quotidiano“, in cui la giornalista Laura Margottini ha parlato di un sottogruppo, ovvero quello composto da chi ha contratto la malattia in forma lieve: “Fino al 10% di quell’80% di pazienti, che si sono ammalati senza che fosse necessario il ricovero. Sono giovani, maratoneti, atleti, calciatori perfino. Si sono infettati, hanno apparentemente superato il covid, sono guariti, sono tornati negativi al tampone e poi si sono riammalati. Ma la maggior parte di loro continuano a essere negativi sia al tampone, sia al test sierologico“.

Si tratta di un’attivazione del sistema immunitario contro il virus che, sicuramente lo uccide, ma al contempo comporta una distruzione dei tessuti degli organi. Anche l’oncologo della Yale University (USA), Alessandro Santin, che ha seguito centinaia di pazienti affetti da covid, è intervenuto e a tal proposito dichiarando: “Tutto ciò che sappiamo fino ad oggi sul covid deriva dallo studio di quel 20% che ha sviluppato la forma severa ed è quindi stata ricoverata in ospedale. Non ci si è concentrati per niente su chi era malato a casa. Ma ora vediamo che c’è un numero di persone enorme fuori dagli ospedali che non guarisce e che non sappiamo ancora se guarirà mai“.

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