Confondi i nomi? Ecco il motivo

Secondo uno studio inglese quando si confondono i nomi di persona, se ne pronuncia un altro appartenente allo stesso gruppo sociale. Ecco perché può capitare che nostra madre ci chiama con il nome del cane.

Confondi i nomi? Ecco il motivo

Non dovete offendervi se vostra madre vi chiama con il nome di vostro fratello o del vostro animale domestico. La ragione di questa confusione è spiegata in una ricerca scientifica, pubblicata sul Journal Memory & Cognition. Ciò che gli inglesi chiamano “misnaming” altro non è che il confondere i nomi. Avviene di sovente e, stando a questo  studio, non sono scelti a caso: tendono ad appartenere al medesimo gruppo sociale.

Quando qualcuno chiama una persona con il nome sbagliato, solitamente ne sceglie uno che appartiene a chi è della stessa categoria sociale. Ecco perché alcune madri chiamano un figlio con il nome dell’altro oppure un docente fa lo stessa cosa con i suoi alunni. La somiglianza fisica non ha alcuna influenza in questa scelta inconscia.

I ricercatori della Duke University hanno osservato oltre 1700 volontari, comprendenti persone che sbagliano i nomi, sia persone che sono state chiamate in modo errato. I risultati hanno evidenziato che il nome sbagliato proveniva nella maggior parte dei casi dallo stesso gruppo sociale.

“Sbagliare nome è un errore cognitivo che compiamo, che svela qualcosa su chi noi consideriamo appartenere al nostro gruppo” ha spiegato David Rubin, docente di psicologia e neuroscienze presso la Duke University. Pertanto se nostra madre ci chiama con il nome del nostro animale domestico, è soltanto perché lo considera un membro della famiglia.

È stato evidenziato che è più plausibile chiamare qualcuno con il nome del cane, anziché con quello del gatto, mostrando che i cani sono considerati più umani in confronto ai felini. Questo perché i cani rispondono più facilmente al loro nome di quanto non lo facciano i gatti.

In altre occasioni sono le similitudini tra i nomi di persona a confonderci. Per esempio il suddetto studio sostiene che possiamo chiamare Mitchell colui che si chiama Michael. Per di più occorre precisare che non è affatto vero che sono gli anziani i soggetti ad essere più inclini al “misnaming”: è stato dimostrato che capita a tutte le fasce di età.

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