Il riscaldamento globale è un fenomeno sempre più di attualità sul quale non si può più far finta di nulla. Oltre a sconvolgere il clima, l’ambiente e le nostre abitudini, il climate change potrebbe arrecare anche delle conseguenze assai drammatiche legate alla diffusione di virus vissuti migliaia di anni fa.
In altre parole, così come documentato da un gruppo di ricercatori cinesi e statunitensi, lo scioglimento dei ghiacci potrebbe liberare dei virus che le stesse masse ghiacciate hanno intrappolato nel corso dei millenni.
Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, una simile notizia non può che mettere in allarme l’intera comunità scientifica. E le evidenze dimostrate dai ricercatori non lasciano spazio a dubbi: esaminando alcuni campioni di ghiaccio di 15mila anni fa, localizzati nell’altopiano tibetano, hanno scoperto la presenza di 33 virus, 28 dei quali completamente sconosciuti.
Stando a quanto da loro ipotizzato, qualora questi virus dovessero essere liberati nell’atmosfera a seguito del riscaldamento globale, le possibili conseguenze per l’uomo potrebbero essere imprevedibili. È chiaro che quello qui prospettato sarebbe il peggior scenario al quale potremmo trovarci di fronte, ciononostante gli esperti del settore non sottovalutano un possibile fattore di rischio per la salute dell’uomo. Il rilascio di agenti patogeni potrebbe infatti comportare uno sconvolgimento degli attuali equilibri naturali.
Scott Rogers, professore della Bowling Green State University e autore del libro Scongelare antichi microbi: genomi emergenti in un mondo più caldo, arriva a sostenere che una simile circostanza “potrebbe scatenare una piaga incurabile che potrebbe compromettere l’esistenza della vita sul pianeta. I pericoli racchiusi nel ghiaccio sono reali e, con gli aumenti dello scioglimento del ghiaccio in tutto il mondo, aumentano anche i rischi derivanti dal rilascio di microbi patogeni nell’ambiente”. Non a caso nel 2016, lo scioglimento del permafrost siberiano contribuì a rilasciare nell’ambiente il bacillus anthacis che, oltre ad uccidere un bambino e contagiare diverse persone, infettò non meno di 2000 renne.