Con l’emicrania raddoppia il rischio di demenza

Secondo una recente ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori dell'Università di Copenaghen e presentata in occasione dell'American Headache Society (AHS), esiste un legame tra emicrania e rischio di demenza.

Con l’emicrania raddoppia il rischio di demenza

In occasione dell’ultimo convegno scientifico dell’American Headache Society (AHS), tenutosi quest’anno in modalità virtuale a causa dell’emergenza Covid, un team di ricercatori dell’Università di Copenaghen ha condotto uno studio osservazionale da cui emerge un legame tra emicrania in giovane età e rischio di demenza.

Per giungere a questa interessante scoperta, i ricercatori hanno preso in esame i dati dei registri nazionali di persone nate in Danimarca tra il 1935 e il 1956 e che hanno compiuto 60 anni prima del 2017. Complessivamente le persone osservate sono state ben 62.578.

I ricercatori hanno osservato che negli individui affetti da emicrania con aura (tipologia di emicrania caratterizzata da visione di lampi, deformazioni degli oggetti, oscuramento parziale del campo visivo, addormentamento di uno o più arti) i tassi di demenza risultavano essere raddoppiati, rispetto alle persone a cui non era mai stata diagnosticata emicrania. Gli esperti hanno comunque osservato che anche nelle persone con emicrania senza aura il tasso è risultato essere il 20% più alto. Nello specifico, negli individui che hanno ricevuto una diagnosi di emicrania tra i 31 e i 58 anni di età si è registrato un tasso di demenza superiore del 50% dopo i 60 anni rispetto agli altri.

Sabrina Islamoska, una degli autori principali di questa ricerca, ha spiegato che si tratta del primo studio nazionale di registro che analizza questo legame e ha dichiarato: “L’emicrania è associata a malattie cerebrovascolari, metaboliche e fattori comportamentali. Questi possono portare a atrofia cerebrale, cambiamenti nelle reti cerebrali e neurodegenerazione. Identificare i fattori di rischio per la demenza è importante perché significa individuare in anticipo coloro che potrebbero essere a rischio maggiore di sviluppare questa malattia”.

In ogni caso, come sottolineato dagli stessi ricercatori danesi, saranno necessari nell’immediato futuro ulteriori studi per comprendere se adeguati trattamenti terapeutici dell’emicrania possano davvero ridurre il rischio di sviluppare forme di demenza.

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