Combattere l’invecchiamento con l’impegno civico per stare bene

Uno studio americano condotto su pazienti di circa 67 anni ha mostrato che fare da sostegno ai bambini disagiati contribuisce a combattere l'invecchiamento cognitivo. Un risultato eccezionale che migliora fisico e mente

Combattere l’invecchiamento con l’impegno civico per stare bene

Uno studio apparso di recente sulla rivista Alzheimer’s & Dementia ha rivelato come impegnarsi attivamente insegnando ai bambini a leggere a fianco degli insegnanti di scuole disagiate aiuta gli anziani a combattere il decadimento cognitivo causato dall’invecchiamento. 

Lo studio è stato condotto su oltre un centinaio di statunitensi di circa 67 anni, e l’iniziativa è stata denominata “Experience Corps”: un programma che forma cittadini over 55 anni e li invita a diventare tutori e insegnanti di sostegno di bambini disagiati. Il programma è stato attuato in circa venti città americane.  

I ricercatori hanno visto come effetti positivi non solo il miglioramento cognitivo degli anziani ma anche vantaggi fisici e benessere psicologico nei pensionati coinvolti.  I ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, per due anni hanno tenuto sotto controllo i soggetti e hanno monitorato le loro reazioni attraverso  la risonanza magnetica funzionale e la somministrazione di test di memoria.

I dati sono stati molto soddisfacenti e i ricercatori hanno riscontrato miglioramento visibile delle prestazioni nei test di memoria, e un abbattimento del declino cognitivo che spesso porta all’Alzheimer. La responsabile dello studio, Michelle Carlson, docente di salute mentale della Johns Hopkins, ha dichiarato:” Una volta un volontario mi ha detto che partecipare al programma Experience Corps era come togliere le ragnatele dal cervello. Questo studio mostra che questo è esattamente ciò che avviene”.

Quindi aiutare i bambini ha avuto l’effetto di aiutare anche sé stessi, anche se ancora non è quale parte del programma sia stata efficace nell’aumentare il volume cerebrale dei volontari. Il dubbio è che l’effetto positivo possa essere stato dato dall’impegno quotidiano di alzarsi per andare a scuola, dal lavoro di gruppo, dall’approccio stimolante con i bambini o dancora dalla certezza di fare qualcosa di davvero utile per gli altri. 

E la professoressa Carlson aggiunge: “Non stiamo allenando una singola capacità, come quando si fanno le parole crociate. Inseriamo la complessità e la novità nelle loro vite, insomma ciò che tende a sparire quando si va in pensione. Le stesse cose di cui beneficiamo ad ogni età sono certamente di aiuto anche se si invecchia“. E mettere a disposizione la propria esperienza è forse un vero toccasana!

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