Sta riscuotendo enorme successo l’iniziativa introdurre la cannabis terapeutica fra i metodi di cura di alcune patologie in Piemonte. La recente normativa regionale che ha stabilito la possibilità di curarsi grazie ai farmaci cannabinoidi ha infatti trovato riscontro positivo tra l’opinione pubblica, ma non tutti potranno accedervi.
La giunta regionale ha infatti stabilito delle linee guida molto precise e ben ponderate per far sì che i cittadini non finiscano con l’abusare di queste agevolazioni, di fatto ancora sperimentali in un Paese come l’Italia. Per questo la lista delle patologie che potranno essere trattate con la cannabis è decisamente rigida, e non sono ammesse eccezioni.
I medicinali cannabinoidi possono essere assunti sia in ambito domiciliare o ospedaliero, dopo averli acquistati presso i rivenditori autorizzati, sia in corrispondenza di strutture specializzate che garantiscono i dovuti controlli per far sì che non si verifichino abusi impropri.
La fornitura dei farmaci viene gestita direttamente dalle farmacie ospedaliere, e la lista delle malattie che concedono l’accesso alla cannabis è stata stilata dal Ministero della Salute. Ecco quali sono.
Chiunque sia affetto da sclerosi multipla ha facoltà di accedere ai medicamenti a base di cannabinoidi per tenere sotto controllo la patologia, così come anche chi presenta lesioni del midollo spinale certificate, e si è dimostrato resistente alle terapie più tradizionali.
Ma nella lista delle condizioni patologiche che concedono l’accesso alla cannabis ed ai medicinali da essa derivanti non figurano solo malattie degenerative o fisiciamente molto invalidanti, bensì anche chi sarà affetto da cachessia e anoressia potrà farne utilizzo a scopo di supporto della terapia convenzionale.
La cannabis come medicinale potrà essere sfruttata anche da coloro che soffrono di patologie oncologiche o sono malati di AIDS, nonché da chi è impegnato nella lotta all’anoressia nervosa e da chi ha la cosiddetta sindrome di Tourette.