Cannabis: la molecola triplica la sopravvivenza in caso di tumore al pancreas

Una molecola contenuta nella cannabis triplica le possibilità di sopravvivenza qualora si fosse affetti dal cancro al pancreas. Lo conferma uno studio inglese e un autore italiano.

Cannabis: la molecola triplica la sopravvivenza in caso di tumore al pancreas

Da diversi anni è ormai nota la notizia che la cannabis possa inibire o limitare gli effetti di alcune malattie. Ma una nuova ricerca conferma che questo vale anche per chi è affetto da un tumore al pancreas. La ricerca è stata studiata da Queen Mary University di Londra e dalla Curtin University in Australia, ed è stata pubblicata su Oncogene.

Questo studio dà la possibilità agli affetti dal tumore al pancreas di trovare la giusta via per la guarigione, o diminuire il tasso di mortalità. Lo studio è stato sperimentato sui topi da laboratorio ed è stato scoperto che il cannabidiolo, una molecola contenuta nella cannabis, insieme alle chemioterapie può triplicare la possibilità di sopravvivenza.

Cannabis per la salute: lo studio che lo dimostra

L’autore della ricerca è italiano e si chiama Marco Falasca. Egli ha confermato che si tratta di un risultato molto importante, in quanto i topi riescono a sopravvivere di più se assumono il cannabidiolo. La chemio non si può evitare, ma aiuta in gran parte per sconfiggere il tumore.

L’uso clinico è già stato concesso per il cannabidiolo, anche perché aiuta anche a ridurre le sensazioni di nausea, vomito e diarrea, ovvero tutte le conseguenze della classica chemioterapia. Questo significa che i test clinici potranno essere svolti in tempi decisamente più rapidi sui pazienti, in modo da poter verificare effettivamente se, ciò che è accaduto con i topi, vale anche per esseri viventi di dimensioni molto maggiori.

Per chi non lo sapesse, il tumore al pancreas è una delle malattie più aggressive, in quanto lascia solo il 7% di possibilità di salvarsi e generalmente quasi tutti hanno un’aspettativa di 5 anni di vita dalla diagnosi. La situazione di per sé è abbastanza critica e trovare un possibile rimedio naturale sarebbe proprio l’ideale. La cannabis non è una sostanza psicoattiva, dunque non ha effetti collaterali se utilizzata per scopi farmaceutici.

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