Brutte notizie per le donne che utilizzano regolarmente colorazioni o sostanze liscianti permanenti per capelli: stando a quanto riportato da uno studio effettuato negli Stati Uniti, l’utilizzo di questi prodotti, aumenterebbe i rischi di sviluppare un tumore al seno. Lo studio, portato avanti dal National Institute of Environmental Healt Sciences, ha rilevato risultati inquietanti.
Secondo gli esperti, infatti, le donne che utilizzano coloranti permanentii presenterebbero un aumento del 9% delle probabilità di sviluppare un tumore mentre, per coloro che sfruttano le caratteristiche dei prodotti liscianti, i rischi salirebbero fino al 18%. La situazione, inoltre, potrebbe aggravarsi con l’uso freqiente di queste ultime sostanze: se il trattamento viene effettuato ogni 5-8 settimane il rischio potrebbe salire ulteriormente fino al 31%.
I ricercatori, comunque, non vogliono creare falsi allarmismi: le conclusioni, ad ora, non sarebbero definitive in quanto lo studio avrebbe osservato la correlazione, ma senza riuscire a provarne la relazione di causa ed effetto. Una delle autrici dello studio, Alexandra White, avrebbe dichiarato: “Sappiamo che sono molti i fattori che contribuiscono alla formazione dei tumori“.
Ad oggi, comunque, la Food and Drug Administration sostiene la mancanza di prove affidabili e definitive e, proprio per questo motivo, non avrebbe ancora inserito tali prodotti per capelli nella lista delle sostanze cancerogene. La Cosmetica Italia, in relazione ai risultati dello studio pubblicati sull’International Journal of Cancer, ha affermato: “C’è assoluta sicurezza di tinture e stiranti per capelli presenti sul mercato dell’Unione Europea che, come tutti i cosmetici, sono regolamentati da una severa normativa che ne garantisce la massima sicurezza, priorità fondamentale per le aziende del settore assieme alla tutela della salute degli utilizzatori“.
Lo studio, infatti, come dichiara la Cosmetica Italia, è stato sviluppato negli Stati Uniti dove la legislazione, differente rispetto a quella presente nell’Unione Europea, e consente sostanze che in Europa non sono permesse: i risultati ottenuti dai ricercatori, che comunque non sono ancora del tutto certi, non sarebbero applicabili ai prodotti europei.