Calvizie: una nuova tecnica consente una possibilità di ricrescita all’80% dei pazienti

La calvizie è un fenomeno che spesso crea gli incubi, soprattutto quando si verifica la perdita delle prime ciocche di capelli. La ricerca ha trovato un metodo per curare l'80% dei pazienti.

Calvizie: una nuova tecnica consente una possibilità di ricrescita all’80% dei pazienti

Al giorno d’oggi sono sempre più le persone che con il passare degli anni tendono a perdere i capelli. Generalmente, è un evento drammatico per la maggior parte delle persone, sia uomini che donne. È ancora più grave se il fenomeno colpisce ragazzi giovani.

Generalmente, il fatto di perdere i capelli viene paragonato alla totale perdita di identità ed è proprio sulla base di ciò che i ricercatori dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata Irccs di Roma, hanno trovato una tecnica, una terapia biologica e cellulare che sfrutta l’infiltrazione dei derivati dal sangue.

Il risultato dell’esperimento è che all’80% dei pazienti analizzati sono ricresciuti i capelli. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Dermatologic surgery e da esso è stato scoperto che sono molto importanti alcune proteine e le piastrine nel sangue, combinate con l’utilizzo di un emo concentratore, creato e realizzato da una società italiana.

Calvizie: la ricerca sulla riscrescita dei capelli

L’emoderivato, iL-PRF, è plasma ricco di globuli bianchi, piastrine e fibrina. La terapia prevede un prelievo di sangue, poi il plasma viene separato attraverso l’emo concentratore. Successivamente, si inietta il plasma nella zona dove è avvenuta la caduta. Tale procedimento può essere ripetuto più volte, e non ci sono effetti collaterali gravi.

Nel peggiore dei casi, il paziente può accusare gonfiore o un bruciore nei primi tre giorni dopo la terapia. Il tutto è stato risolto in pochi giorni. Le persone che hanno partecipato alla ricerca sono state 168, 66 donne e 102 uomini. Sono stati seguiti per tre anni e tutti soffrivano di calvizie. L’età media era di 28 anni per i maschi e 36 per le donne.

La terapia può essere applicata anche su pazienti che hanno perso i capelli a seguito delle chemioterapie. La tecnica rientra nel campo della medicina rigenerativa che da anni è usata per curare malattie come l’artrosi.

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