Arriva dal Belgio la notizia della recente ideazione di un test rapido che – in soli 15 minuti – rivela l’eventuale positività al terribile coronavirus che sta dilagando sul pianeta intero. Il tutto è prodotto da un’azienda belga all’avanguardia in questo settore ed è stato sviluppato e provato qui, nei laboratori dell’ospedale Universitario di Bruxelles da personale altamente qualificato ed esperto nel settore microbiologico.
Si tratta di un test molto facile, quasi come quelli che conosciamo per la gravidanza. Anche se non è fai-da-te come spiega la responsabile del centro, la dottoressa e microbiologa Delfini. Per eseguire correttamente il test rapido, si preleva un campione proveniente dalla superficie della faringe del paziente probabilmente contagiato e si prosegue in questo modo il test rapido. Le possibilità di errore sono praticamente assenti in questo caso.
Dopo aver inserito il tampone all’interno del suo piccolo astuccio, dove era originariamente contenuto, appaiono due linee rosse per l’eventuale positività cercata, oppure, nei casi negativi, i ricercatori dell’ospedale Universitario di Bruxelles provvedono ad ulteriori accertamenti medici di rito, come previsto in questi casi. Questo kit, dal costo molto basso rispetto a quelli attualmente presenti in commercio, costa tra i 10 ed i 15 euro.
Il test rapido ideato dai ricercatori dell’ospedale Universitario di Bruxelles consente di ridurre l’uso dei tamponi classici, molto più costosi e spesso non disponibili in gran numero anche in Belgio, dove i casi di coronavirus aumentano purtroppo di giorno in giorno. Il kit rapido è provvisto di tutte le necessarie certificazioni del caso, compresa quella autorevole europea quale sinonimo quindi di estrema sicurezza e precisione scientifica.
Verranno prodotti oltre 50.000 test rapidi alla settimana. Gli operatori si dicono fiduciosi e consapevoli comunque che la lotta al coronavirus sarà difficile e di lunga durata, quindi è cosa importante avere a disposizione differenti tipi di test in tutti i paesi, compresa l’Italia. Conclude l’intervista alla TV pubblica belga, la professoressa microbiologa Delfini, affermando di attendere ulteriori sviluppi in futuro, per rispondere in questo modo alla crisi sanitaria devastante in atto.